• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00635 le misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo (ex decreto legislativo del 13 agosto 2011 n. 138 convertito, con modificazioni, legge n. 148 del 14 settembre 2011)...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00635presentato daLIUZZI Mirellatesto diMercoledì 29 maggio 2013, seduta n. 25

LIUZZI, SCAGLIUSI, DE LORENZIS, VIGNAROLI, NICOLA BIANCHI, COLLETTI, BUSINAROLO, AGOSTINELLI e BONAFEDE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
le misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo (ex decreto legislativo del 13 agosto 2011 n. 138 convertito, con modificazioni, legge n. 148 del 14 settembre 2011) prevedono la riorganizzazione della distribuzione di una pluralità di Uffici Giudiziari su tutto il territorio nazionale;
il Governo – come appreso dalla Gazzetta Ufficiale n. 216 del 16 settembre 2011 ha il compito di «ridefinire, anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, l'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane»;
i successivi decreti legislativi n. 155 del 2012 e n. 156 del 2012 recanti le disposizioni attuative sull'accorpamento dei tribunali prevedono la soppressione di trentuno sedi di fori e delle relative procure della Repubblica quali Acqui Terme, Alba, Ariano Irpino, Avezzano, Bassano del Grappa, Camerino, Casale Monferrato, Chiavari, Crema, Lanciano, Lucera, Melfi, Mistretta, Modica, Mondovì, Montepulciano, Nicosia, Orvieto, Pinerolo, Rossano, Sala Consilina, Saluzzo, Sanremo, Sant'Angelo dei Lombardi, Sulmona, Tolmezzo, Tortona, Urbino, Vasto, Vigevano e Voghera l'istituzione del nuovo Tribunale di Napoli Nord (nuova denominazione del Tribunale di Giugliano in Campania, già previsto e non attuato), la soppressione di duecentoventi sezioni distaccate di Tribunale; la soppressione di seicentosessantasette sedi di giudice di pace;
per le sedi di Tribunale delle sezioni distaccate di tribunale, l'entrata in vigore è fissata per il 13 settembre 2013 (articolo 11 decreto legislativo n. 155 del 2012);
per le sedi dei giudici di pace, l'articolo 3 del decreto legislativo n. 156 del 2012 prevede la facoltà, per gli enti locali interessati, di chiedere il mantenimento degli uffici, anche con accorpamenti, «facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi»;
nella regione Basilicata – che si estende per 10.000 chilometri quadrati con 577.562 abitanti (Istat 2012) – attualmente esistono quattro tribunali di cui due provinciali, Potenza e Matera, e due sub-provinciali, Melfi e Lagonegro, a presidio dell'area Nord e Sud della Basilicata;
grazie alla collocazione strategica i quattro tribunali hanno permesso sino ad oggi di svolgere un'efficace azione di contrasto alla criminalità organizzata calabrese (tribunale di Lagonegro situato a sud della regione) e campana (tribunale di Melfi a nord della Basilicata) impedendo con il loro esercizio di saldare un'asse criminale tra ’ndrangheta-camorra-sacra corona unita;
la relazione ministeriale di Luigi Birritteri, capo dipartimento organizzazione giudiziaria, sviluppata nell'arco di 10 mesi e poi depositata a maggio 2012 ha evidenziato la necessità di mantenere tre tribunali sui quattro presenti in Basilicata, chiarendo che, pur non essendo espressamente vietata la modifica degli attuali ambiti distrettuali, per convenzione interpretativa si è scelto di non modificare i confini delle corti di appello prima dell'individuazione del tribunale da eliminare sul territorio;
il 25 gennaio 2012 nel discorso durante l'audizione alla Camera della Commissione giustizia, Luigi Birritteri relazionava affermando che «il plafond astratto dei tribunali sopprimibili, che è pari a 57 tribunali su 165, scende a 46-47 in base a quella che è stata efficacemente definita la ”regola del tre”; vi sono, cioè, tribunali non provinciali, quindi astrattamente sopprimibili, che, però, diventano insopprimibili: non si sa quali siano, ma si sa che in ogni corte d'appello bisogna mantenere almeno tre tribunali. Pertanto, si adotta una norma di favore rispetto alle corti d'appello di dimensioni più piccole. E il caso della Basilicata o del Molise, diverso da quello del Piemonte, dove ci sono 17 tribunali astrattamente tutti sopprimibili, o di alcune sedi di corte d'appello, come Messina, dove ci sono 4 tribunali, di cui 3 molto piccoli, ma dove se ne potrà sopprimere solo uno. Non sappiamo quale sarà soppresso (Barcellona, Patti o Mistretta), ma 2 su 3, per obbligo di legge, dovranno necessariamente salvarsi”»;
la legge delega 14 settembre n. 148 del 2011 suggerisce il mantenimento di tutti e quattro tribunali lucani, necessari per la situazione oro-geografica nella quale sono collocati, per grave carenza di infrastrutture (stradali e ferroviarie) idonee ad assicurare spostamenti in tempi ragionevoli tra le varie zone della Basilicata;
il tribunale di Melfi, secondo i dati trimestrali (anno 2012) di cui il Ministero della giustizia è in possesso, risultava intangibile per garantire il funzionamento di almeno tre tribunali per corte d'appello presenti sul territorio lucano. Inoltre Melfi, vanta un maggior numero di organico contando 10 magistrati in tribunale e 4 in procura rispetto a quello di Lagonegro che conta 8 magistrati in tribunale e 3 in procura;
i decreti legislativi prima citati (155 del 2012 e 156 del 2012) prevedono la soppressione del tribunale di Melfi, salvaguardando il tribunale di Lagonegro (previo accorpamento, a quest'ultimo, del tribunale di Sala Consilina);
secondo la relazione di Luigi Birritteri, che analizza i criteri adottati dal decreto legislativo, è stata violata la convenzione interpretativa che impone di non modificare gli ambiti territoriali dei distretti della corte di appello; e la logica di accorpare il tribunale più grande (Sala Consilina) a quello più piccolo (Lagonegro);
l'accorpamento del tribunale di Sala Consilina (appartenente alla Campania) al tribunale di Lagonegro (Basilicata), distanti fra loro solo 30 chilometri, produrrebbe ulteriori costi attribuibili alla necessità dell'utilizzo di un'altra struttura che a sua volta costerebbe di lavori di manutenzione;
il tribunale di Melfi è già di proprietà di Stato e sotto gestione del Ministero della giustizia il cui costo è di soli circa 450.000 euro l'anno e non richiede lavori di intervento e di adeguamento e manutenzione;
dai dati statistici elaborati dal Ministero della giustizia a seguito delle relazioni trimestrali del presidente del tribunale, Melfi è risultato il terzo tribunale della Basilicata e si trova in un'area strategica a forte presenza industrializzata. Infatti nella zona è presente il complesso SATA-FIAT – tra i più grandi d'Europa – e un indotto di piccole e medie imprese, dove è prossima la costituzione del CAFI (Centro di alta formazione ingegneristica) FIAT per ingegneri e tecnici di eccellenza; gli stessi dati presentano altresì un notevole contenzioso dovuto alla presenza del termodistruttore Fenice – EDF Spa avvalorandone di fatto un intensa attività giudiziaria;
il tribunale di Melfi ha svolto e svolge un ruolo fondamentale per contrastare la criminalità organizzata. La città di Melfi, infatti possiede un carcere di terzo livello. Non ci sono detenuti legati al regime 41-bis, anche se – come appreso dalla stampa – Savinuccio Parisi (boss barese) è stato trasferito proprio a Melfi. La chiusura del tribunale di Melfi, e il suo accorpamento presso il tribunale di Potenza comporterebbe lo spostamento dei detenuti che dovrebbero essere scortati a Potenza in caso di udienza o interrogatorio, con un probabile aumento di costi, tra magistrati, avvocati e polizia penitenziaria di scorta;
Melfi dista da Potenza circa 60 chilometri e non dispone di mezzi di trasporto (alternativi ai trasporti su gomma) tali da rendere più agevole la connessione. La S.S. 658 Melfi-Potenza risulta essere il percorso con il più alto tasso di mortalità per incidenti stradali. Per questa ragione il Cipe ha deliberato un piano nel 2011 per interventi in messa di sicurezza della SS658 di 200 milioni di euro di cui finanziamenti disponibili 45,1, di cui Fondi Fas 35,1. L'arteria si presenta infatti a una sola carreggiata e, rappresentando l'unica strada che collega l'intera regione allo stabilimento Fiat di Melfi, risulta essere totalmente inadeguata all'elevato volume di traffico pesante e pendolare circolante su di essa. Il termine dei lavori è previsto non prima di sei anni. Attualmente non esistono modalità alternative alla SS658 per raggiungere da Melfi la città di Potenza, se non attraverso piccole strade provinciali e comunali che allungano notevolmente il tragitto di percorrenza di circa un'ora e mezza;
a Palazzo San Gervasio, esiste un Centro di identificazione e espulsione (CIE) di immigrati che ha come riferimento giudiziario nel tribunale di Melfi;
secondo una relazione tecnica il tribunale di Potenza non è stato reso idoneo ad ospitare il tribunale di Melfi (Relazione ingegner Totaro 31 ottobre 2012 richiesta dal Presidente del tribunale e dal presidente della Corte d'Appello di Potenza e dal presidente del tribunale di Melfi e relazione ingegner Lisi protocollo 10967/2013 del 6 febbraio 2013 depositata presso l'ufficio del sindaco di Potenza, ingegner Vito Santarsiero) poiché lo stesso palazzo di giustizia potentino richiederebbe un adeguamento dei suoi uffici, per lavori stimati intorno ai quattro milioni di euro e con un tempo minimo tre anni per il completamento delle opere atte all'assorbimento di tutto il personale di Melfi e del suo archivio cartaceo;
la stessa struttura attuale del tribunale di Potenza non risponde ai criteri del disegno di legge 81 del 2008 sulla sicurezza e sulla salute nei luoghi di lavoro;
i pareri richiesti ed inviati tra gli altri al Presidente del Consiglio pro tempore Monti, al Ministro della giustizia pro tempore Severino, ai presidenti e componenti delle Commissioni giustizia della Camera e del Senato, dal Prof. Verde (ordinario di diritto costituzionale della facoltà di giurisprudenza dell'università di Palermo e direttore del dipartimento Iura nel luglio 2012) e successivamente dal Prof. Fabrizio Parisi (docente ordinario di diritto costituzionale dell'università dell'Aquila del luglio 2012 – addendum a parere già espresso nel giugno 2012) avevano rilevato l'incostituzionalità e illegittimità dello schema di decreto legislativo recante «Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, in attuazione dell'articolo 1, comma 2 della Legge 14 settembre 2011 n. 148 approvato dal consiglio dei ministri in attuazione della delega per la riorganizzazione degli uffici giudiziari e dei successivi Ddl»;
il TAR della Basilicata, su una vicenda analoga riguardante l'accorpamento del tribunale di Pisticci al tribunale di Matera, con sentenza n. 00401/2012 REG.RIC. si è espresso in senso favorevole al ricorso, sospendendo di fatto l'anticipazione all'accorpamento dei due organi giudiziari richiesta dal presidente del tribunale di Matera;
vanno considerate le peculiarità funzionali e territoriali del tribunale di Melfi e l'imminente accorpamento di quest'ultimo al tribunale di Potenza previsto per il 13 settembre 2013 (articolo 11 decreto legislativo n. 155 del 2012) –:
se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative, anche normative di propria competenza che tengano conto di criteri oggettivi, dell'estensione del territorio, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale e del bacino di utenza (anche con riguardo alla situazione infrastrutturale) e del tasso d'impatto della criminalità organizzata ai fini della riorganizzazione territoriale della giustizia a differenza di quanto disposto dai decreti legislativi n. 155 e 156 del 2012. (4-00635)