• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/03312 FABBRI - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che: il dazio antidumping adottato dal 2009 dall'Unione europea sulle importazioni di bulloni, in particolare dalla Repubblica...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-03312 presentata da CAMILLA FABBRI
venerdì 23 gennaio 2015, seduta n.383

FABBRI - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

il dazio antidumping adottato dal 2009 dall'Unione europea sulle importazioni di bulloni, in particolare dalla Repubblica popolare cinese, è oggi del 74,1 per cento. Tale dazio è rimasto in vigore per 5 anni e, al momento, la Commissione europea sta conducendo un riesame intermedio per decidere se prolungarlo per altri 5;

la Cina in passato ha contestato il dazio presso l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Questa ha riconosciuto che il dazio presentava elementi di illegittimità;

in seguito a tale decisione, nel 2012 la UE ha ridotto il dazio, portandolo dall'85 per cento all'attuale 74,1 per cento;

la Cina, considerando l'ammontare del dazio in vigore ancora eccessivo, ha presentato un ulteriore ricorso presso l'OMC;

a seguito di questo stato di cose i distributori hanno dovuto rivolgersi ad altri mercati per ottenere le necessarie forniture;

l'elevato livello del dazio, per contro, ha indotto le imprese cinesi ad esportare la propria bulloneria attraverso Paesi terzi;

considerato che:

l'Unione europea e le autorità doganali, in reazione a tale situazione, hanno posto in essere indagini anti-elusione che hanno comportato sanzioni milionarie per i distributori, spesso incolpevoli, anziché per le imprese cinesi;

le operazioni di esportazione di bulloneria cinese attraverso Paesi terzi continuano ed i distributori non hanno alcun mezzo per difendersi: sono costretti a importare da nuovi mercati, data la penuria di materiale, e pertanto sono esposti a ulteriori possibili frodi da parte dei nuovi fornitori;

gli agenti doganali italiani, non avendo ricevuto una formazione adeguata, bloccano container che non hanno nulla di irregolare, rallentando di fatto le forniture agli importatori e creando grossi disservizi ai loro clienti;

considerato altresì che a parere dell'interrogante, senza un'armonizzazione delle dogane, le imprese nazionali che utilizzano i porti italiani perdono in competitività nei confronti dei mercati esteri, con conseguenti danni per le imprese stesse e per l'indotto,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga di intervenire affinché i tempi di transito e di sdoganamento delle dogane nazionali vengano resi più celeri ovvero adeguati alla media europea;

quali misure intenda porre in essere al fine di sanare il circolo vizioso instaurato dai dazi antidumping che, se non risolto, rischia di determinare il fallimento dei principali distributori italiani.

(4-03312)