• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/03320 DONNO, BERTOROTTA, GAETTI, PAGLINI, CAPPELLETTI, MORONESE - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-03320 presentata da DANIELA DONNO
lunedì 26 gennaio 2015, seduta n.384

DONNO, BERTOROTTA, GAETTI, PAGLINI, CAPPELLETTI, MORONESE - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che:

nell'edizione 2014 del Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) ha reso noti i livelli di contaminazione regionali relativi agli anni 2011-2012, attraverso un confronto con i limiti di qualità ambientale stabiliti a livello europeo e nazionale, quali gli standard di qualità ambientale (SQA) per le acque superficiali (di cui alla direttiva 2008/105/CE e al decreto legislativo n. 152 del 2006) e le norme di qualità ambientale per la protezione delle acque sotterranee (di cui alla direttiva 2006/118/CE);

l'ISPRA tiene a sottolineare che sebbene non sia messo in discussione il beneficio che deriva dall'impiego delle sostanze chimiche in agricoltura, la maggior parte dei pesticidi, il cui utilizzo è peraltro diffuso anche in altri ambiti non strettamente agricoli, è costituita da molecole di sintesi selezionate per combattere taluni organismi nocivi e per questo generalmente pericolose per tutti gli organismi viventi;

dal rapporto emerge che "nel biennio 2011-2012 sono stati analizzati 27.995 campioni per un totale di 1.208.671 determinazioni analitiche. Le informazioni provengono da 19 regioni e province autonome, con una copertura del territorio nazionale incompleta, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali, e in maniera più accentuata per le acque sotterranee";

con particolare riferimento al 2012, "le indagini hanno riguardato 3.500 punti di campionamento e 14.250 campioni e sono state cercate complessivamente 335 sostanze. Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 56,9% dei 1.355 punti controllati. Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 31,0% dei 2.145 punti. Le concentrazioni misurate sono spesso basse, ma il risultato complessivo indica un'ampia diffusione della contaminazione. I livelli sono generalmente più bassi nelle acque sotterranee, ma residui di pesticidi sono presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili";

il dato allarmante risiede nel fatto che "sono state trovate 175 sostanze diverse, un numero più elevato degli anni precedenti. Gli erbicidi, come sempre, sono le sostanze più rinvenute, soprattutto a causa dell'utilizzo diretto sul suolo e del periodo dei trattamenti, spesso concomitante con le precipitazioni meteoriche più intense di inizio primavera, che ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei. Rispetto al passato è aumentata, però, significativamente la presenza di fungicidi e insetticidi, soprattutto nelle acque sotterranee";

inoltre, "nelle acque superficiali, 253 punti di monitoraggio (17,2% del totale) hanno concentrazioni superiori al limite. Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono: glifosate e il suo metabolita AMPA, metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita. Nelle acque sotterranee, 152 punti (6,3% del totale) hanno concentrazioni superiori al limite. Le sostanze più frequentemente rinvenute sopra il limite sono: bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor";

per la regione Puglia "i dati si riferiscono al 2012 per le acque superficiali e al 2011 per le acque sotterranee. Nelle acque superficiali sono stati indagati 58 punti di monitoraggio e sono state cercate 30 sostanze, ben al di sotto della media italiana. Ci sono residui nel 3,4% dei punti e nel 0,6 % dei campioni investigati. Il diuron è la sola sostanza trovata. La rete di monitoraggio delle acque sotterranee risulta essere limitata rispetto all'estensione della Regione, i punti individuati infatti sono solo 13. Nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di linuron nel 7,7% dei punti e nel 7,7% dei campioni";

la limitatezza dei dati disponibili, però, non ha consentito all'ISPRA "di esprimere un giudizio adeguato sullo stato di qualità delle acque" proprio perché le risultanze non sono rappresentative dell'impatto dei pesticidi in Puglia;

al proposito, l'ISPRA sottolinea la sussistenza di una disomogeneità dei controlli fra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud, dove tuttora il monitoraggio è generalmente poco rappresentativo, sia in termini di rete, sia in termini di sostanze controllate;

considerato che:

l'art. 73 del decreto legislativo n. 152 del 2006, nel normare la tutela delle acque dall'inquinamento, stabilisce, tra gli altri, la persecuzione dei seguenti obiettivi: a) prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; b) conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; c) perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; d) mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;

l'art. 3 del decreto legislativo n. 30 del 2009, riguardo alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento, in attuazione della direttiva 2006/118/CE, stabilisce che ai fini della valutazione dello stato chimico di un corpo o di un gruppo di corpi idrici sotterranei, le Regioni sono tenute ad adottare degli standard di qualità ambientale e valori soglia espressamente indicati a norma di legge,

si chiede di sapere:

se il Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti descritti;

quali misure intendano adottare per arrestare il fenomeno di contaminazione delle acque, dei terreni, dell'ambiente, degli organismi e degli ecosistemi esposti, sia a livello nazionale che regionale;

se non ritengano necessario avviare, compatibilmente con le proprie funzioni ed attribuzioni, un'indagine riguardo ai limiti del monitoraggio riscontrati in molte regioni nonché l'indisponibilità di taluni dati, con particolare riferimento alla Puglia, stante la segnalata disomogeneità dei controlli fra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud;

se non ritengano necessario eseguire, nell'ambito delle proprie competenze, un aggiornamento complessivo dei programmi di monitoraggio che tenga conto delle sostanze immesse sul mercato in anni recenti, al fine di individuare proficuamente sostanze dannose per l'ambiente acquatico.

(4-03320)