• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00833 in esito alla valutazione delle informazioni raccolte a seguito dell'indagine EU-Pilot 629/09/ENVI, da cui è emerso che parte dei rifiuti depositati non sono sottoposti a previo trattamento, in...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00833presentato daVIGNAROLI Stefanotesto diMercoledì 12 giugno 2013, seduta n. 32

VIGNAROLI, COLONNESE, NUTI, DI BENEDETTO, DALL'OSSO, TONINELLI, SPADONI, DI BATTISTA, LUIGI DI MAIO, NESCI, COZZOLINO, CASO, CECCONI, BARONI, MUCCI, GALLINELLA, BUSTO, SEGONI, DAGA, LIUZZI, PARENTELA, COMINARDI, DI VITA, ALBERTI, DEL GROSSO, VACCA, DELLA VALLE, CASTELLI, DA VILLA, ZOLEZZI, SIBILIA, L'ABBATE, SCAGLIUSI, VILLAROSA, MANLIO DI STEFANO, CANCELLERI, SPESSOTTO, DELL'ORCO, BENEDETTI, D'AMBROSIO, BRUGNEROTTO, ZACCAGNINI, COLLETTI, FRUSONE, MARZANA, LOREFICE, PESCO, MASSIMILIANO BERNINI, TOFALO, TURCO, TERZONI, CORDA, CIPRINI, SARTI, MICILLO, DE LORENZIS, PAOLO BERNINI, D'UVA, FICO, SORIAL, TRIPIEDI, BASILIO e CARINELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:
in esito alla valutazione delle informazioni raccolte a seguito dell'indagine EU-Pilot 629/09/ENVI, da cui è emerso che parte dei rifiuti depositati non sono sottoposti a previo trattamento, in violazione dell'articolo 6, lettera a), della direttiva europea 1999/31/CE relativa alle discariche dei rifiuti, i servizi della direzione generale ambiente della Commissione europea hanno deciso di proporre alla Commissione stessa l'apertura di una formale procedura d'infrazione (2011/4021) contro la Repubblica italiana;
in data 17 giugno 2011, la Commissione, accogliendo la proposta dei servizi della direzione generale ambiente, ha inviato al Governo italiano una lettera di costituzione in mora ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). La procedura d'infrazione è stata ormai trasmessa dalla Commissione alla Corte di giustizia europea, la quale potrebbe sanzionare l'Italia con una condanna e una mega multa che potrebbe elevarsi fino ad un milione di euro al giorno – multa che andrebbe a gravare ingiustamente sui cittadini italiani;
la risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012 per un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse 2011/2068 al punto 32: «invita la Commissione a razionalizzare l’acquis in materia di rifiuti, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero; chiede pertanto alla Commissione di presentare proposte entro il 2014, allo scopo di introdurre gradualmente un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l'incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili; ritiene che queste iniziative debbano essere accompagnate da idonee misure transitorie, tra cui l'ulteriore sviluppo di norme comuni basate sul concetto di ciclo di vita; invita la Commissione a rivedere gli obiettivi per il riciclaggio per il 2020 della direttiva quadro sui rifiuti; ritiene che un'imposta sullo smaltimento in discarica, già introdotta da alcuni Stati membri, potrebbe contribuire al raggiungimento di tali obiettivi»;
la scelta di Monti dell'Ortaccio come sito alternativo a Malagrotta ha già destato grandi preoccupazioni alla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo, che l'ha visitato nel mese di luglio 2012, in quanto si tratterebbe di un ulteriore sito idrogeologicamente inidoneo per la presenza di una falda acquifera affiorante esposta a grave rischio di inquinamento da percolato e caratterizzato anche da vicinanza con le case (500 metri dall'abitato) oltre che essere sita nella Valle Galeria, già dichiarata a rischio di incidente rilevante (decreto legislativo n. 334 del 1999, Seveso II);
vanno considerati i preoccupanti valori emersi da un'indagine dell'ISPRA (ottobre 2010) finalizzata ad accertare i livelli di inquinamento nell'atmosfera e nella falda acquifera nell'area Valle Galeria-Malagrotta in cui si concentrano, nonostante il decreto legislativo n. 334 del 1999, Seveso II, la discarica più grande d'Europa un inceneritore di rifiuti ospedalieri, un gassificatore, una raffineria petrolifera, delle cave, un cementificio «[...] il quadro qualitativo delle acque sotterranee nell'area di Malagrotta risulta fortemente compromesso e i dati analizzati mostrano una contaminazione diffusa su tutta l'area causa delle attività industriali [...]»;
in recenti video dei cittadini (riprese del 18 maggio e 7 giugno 2013) residenti della Valle Galeria (già inviati all'attenzione della Commissione europea) vengono riprese le azioni relative allo sversamento di rifiuto «tal quale», in aperto contrasto con le direttive europee in materia –:
quali siano le iniziative specifiche e concrete messe in atto dal Governo e in particolare dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, o in procinto di essere messe in atto, per far fronte all'emergenza rifiuti di Roma e per uscire dalla procedura d'infrazione europea in maniera positiva e senza rovinose penalizzazioni in linea con le indicazioni contenute nella risoluzione del Parlamento europeo;
quali relazioni e trattative siano a proposito intercorse fra il Ministero dell'ambiente e della tutela dei territorio e del mare e la Commissione europea con riferimento all'ultima proroga della discarica di Malagrotta, ai tentativi di gravare con nuovi impianti inquinanti in un'area a grande rischio ambientale (Valle Galeria) e di allargare il sito nella limitrofe cave sempre di proprietà del privato monopolista, ovvero Testa di Cane (sotto sequestro) e Monti dell'Ortaccio. (4-00833)