• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/07843 l'Istituto Ispra realizza il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque sulla base dei dati forniti da regioni e Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, con l'obiettivo di individuare...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07843presentato daPARENTELA Paolotesto diVenerdì 6 febbraio 2015, seduta n. 373

PARENTELA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
l'Istituto Ispra realizza il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque sulla base dei dati forniti da regioni e Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, con l'obiettivo di individuare eventuali sostanze nocive non previste nella fase di autorizzazione;
nell'edizione 2014 del Rapporto, nazionale pesticidi nelle acque pubblicato online da Ispra emerge che le sostanze trovate nelle acque superficiali e sotterranee italiane nel 2012 sono 175. In cima alla lista ci sono gli erbicidi il cui utilizzo diretto sul suolo, spesso in concomitanza con le intense precipitazioni meteoriche di inizio primavera, ne facilita la migrazione nei corpi idrici. Rispetto al passato è aumentata significativamente la presenza di fungicidi e insetticidi;
nel biennio 2011-2012 sono stati esaminati 27.995 campioni per un totale di 1.208.671 misure analitiche. Le concentrazioni misurate sono «spesso basse, ma la diffusione della contaminazione è molto ampia». Nel 2012 sono stati trovati pesticidi nel 56,9 per cento dei 1.355 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 31 per cento dei 2.145 punti di quelle sotterranee. Le informazioni provengono da 19 regioni e province autonome con una copertura del territorio nazionale «incompleta» soprattutto per «le regioni centro-meridionali» con una situazione ancora «disomogenea». Dal Molise e dalla Calabria, infatti, non è pervenuto nessun dato e in altre Regioni la copertura territoriale è limitata, così come il numero delle sostanze cercate ed è impossibile difendersi da ciò che non si conosce;
Pietro Paris, coordinatore del rapporto ISPRA sopra citato, ha dichiarato in una nota stampa: «spesso non aiutano a fare chiarezza le stesse Regioni e le Agenzie per la protezione ambientale, che in molti casi non comunicano all'Ispra i dati sulle contaminazioni oppure lo fanno in modo parziale.» lo stesso Paris ha dichiarato: «Se una Regione non ci invia i dati non possiamo farci niente: dal 2006 operiamo senza un contesto normativo definito e senza la possibilità di invocare adempimenti e scadenze»;
la presenza di pesticidi è «più diffusa nella pianura padano-veneta», sia per l'intenso uso agricolo e per le caratteristiche idrologiche sia perché le indagini condotte sono più efficaci; tuttavia, sono state evidenziate aree di contaminazione significativa anche nel centro-sud lì dove il monitoraggio è stato migliorato;
tali allarmanti dati, a parere dell'interrogante, dovrebbero muovere un'azione urgente, concreta e costante da parte del nostro Paese al fine di studiare in maniera approfondita l'inquinamento da pesticidi nel nostro Paese, proteggendo le nostre acque e di conseguenza la salute di tutti gli esseri viventi;
negli ultimi anni il ricorso alla procedura che autorizza in «situazioni di emergenza sanitaria» alcuni prodotti fitosanitari in virtù dell'articolo 53 del regolamento (CE) 1107/2009 è stato esponenziale. Le autorizzazioni eccezionali sono utilizzate, in particolare, per fitosanitari che nelle schede di sicurezza indicano principi attivi con classi di rischio nocive e tossiche per l'uomo e l'ambiente, tanto è vero che la maggior parte di questi non ha superato le procedure di autorizzazione europee; tale rischio, molto spesso, è più che ridimensionato nelle etichette approvate con i decreti dirigenziali;
per alcuni decreti attuativi e per alcune misure risulta sia scaduto il termine previsto, in particolare: l'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 150 del 2012 che prevedeva, entro il 30 aprile 2013, la trasmissione al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali delle misure messe in atto dalle regioni e dalle province autonome, per rendere possibile l'applicazione dei principi generali della difesa integrata obbligatoria; l'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo n. 150 del 2012 che prevedeva, entro il 30 ottobre 2012, la trasmissione delle regioni al Ministero della salute ed al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dell'elenco dei soggetti autorizzati alla vendita di prodotti fitosanitari –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti e se non ritengano opportuno interrompere le autorizzazioni eccezionali perpetuate ben oltre i 3 anni previsti dall'articolo 30 del regolamento (CE) n. 1107/2009;
se non ritengano opportuno adottare urgentemente gli atti e le misure di competenza previste dal decreto legislativo n. 150 del 2012 e dal piano di azione nazionale non emanati, per i quali risultino già scaduti i termini;
se intendono promuovere ed attuare, per quanto di competenza, tutte le misure a garanzia del rispetto della normativa vigente promuovendo un intervento atto a revocare l'uso di particolari pesticidi nelle coltivazioni italiane basandosi su quanto imposto dall'Unione europea in tale ambito ma soprattutto in base ad esigenze e bisogni del nostro territorio;
se non intendano assumere iniziative, se del caso normative, per istituire un percorso che consenta all'Istituto ISPRA di ricevere obbligatoriamente ed in maniera completa ed esaustiva i dati sulla contaminazione delle acque da parte di tutte le regioni italiane al fine di avere un quadro chiaro che permetta di agire tempestivamente al fine di proteggere le nostre acque e la salute degli esseri viventi. (4-07843)