• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00949 nel comune di Cressa in provincia di Novara, nella zona adiacente alla stazione ferroviaria, vi è un'area denominata «Ex Mulino Saini» entro la quale vi è un edificio storico risalente al...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00949presentato daBIONDELLI Francatesto diGiovedì 20 giugno 2013, seduta n. 37

BIONDELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nel comune di Cressa in provincia di Novara, nella zona adiacente alla stazione ferroviaria, vi è un'area denominata «Ex Mulino Saini» entro la quale vi è un edificio storico risalente al 1922. Un mulino che per l'epoca, era considerato uno dei più grandi d'Europa per la lavorazione del grano tenero, considerato che con la ristrutturazione del 1935, questo si era ingrandito andando a triplicare la sua attività diventando centro di smistamento per i paesi limitrofi;
si tratta di un edificio che durante il periodo della guerra divenne centro di raccolta del grano e per la macinazione del riso;
nell'anno 1961 il Molino diventò mangimificio e nel novembre dello stesso anno subì un incendio che lo danneggiò in parte. Fu ristrutturato e nel 1964 diventò proprietà del Consorzio agrario di Novara. In epoca più recente il Mulino ridusse la sua attività e finì ad essere solo punto di distribuzione per poi essere definitivamente chiuso;
durante gli anni sono stati aggiunti impianti e strutture edilizie divenendo per il comune di Cressa e i cressesi un punto di riferimento di orgoglio e di lavoro;
ora da qualche decennio versa in stato di abbandono pressoché totale. Le strutture si stanno lentamente degradando sia a causa delle condizioni climatiche che per intervento diretto dell'uomo. Gli amministratori locali sono fortemente preoccupati per lo stato di sicurezza dei luoghi, soprattutto per i residenti della zona (si contano diverse famiglie nel circondario) che non mancano di segnalare una situazione di totale degrado con diverse lettere di reclamo;
l'amministrazione comunale cressese è, inoltre, a conoscenza della presenza di coperture in amianto nella zona nord del complesso. Coperture che oramai manifestano un evidente stato di sgretolamento dell'eternit. Benché, non si è oggi in grado di conoscere con esattezza la data dell'installazione dell'eternit si calcola che queste coperture hanno un'età che si aggira intorno ai 30 anni senza aver mai ricevuto nessun intervento né di smaltimento e nemmeno di rivestitura. Periodo che secondo il protocollo relativo alle coperture in amianto presente all'interno del decreto della direzione generale di sanità del 18 novembre 2008, è ampiamente sufficiente ad obbligare un intervento di bonifica;
la presente amministrazione comunale, così come le precedenti, a partire dal 2003, ha richiesto più volte alla proprietà di interessarsi per un intervento di bonifica. Ci si è rivolti in precedenza ai Commissari liquidatori del Consorzio agrario provinciale di Novara intervenuti nella gestione dello stesso nei primi anni 2000 e, dal 2007 (fino ad oggi giugno 2013), al nuovo consiglio di amministrazione che si è poi andato ad insediare ottenendo solo nel 2007 un incontro e nel 2010 una presa di impegno da parte del nuovo consiglio di amministrazione a rimuovere erbacce e la vegetazione in eccesso che avrebbe comportato il proliferare di insetti e topi;
il 6 aprile del 2006 è stato effettuato anche un sopralluogo da parte dell'asl Novara, un sopralluogo che non è stato soddisfacente in quanto i proprietari non si sono presentati e gli operatori hanno potuto solo limitarsi ad un controllo esterno. Come indicato dalla relazione degli operatori S.I.S.P. A.S.L. 13 (Rif Prot. SISP/B n. 17264 dell'11 aprile 2006), non si è riscontrata la presenza di roditori o altri animali nocivi; tuttavia si segnalò, in quell'occasione, che la situazione di degrado ed abbandono riscontrati andavano a creare le condizioni favorevoli all'insediamento di questi animali nocivi. La stessa relazione si concluse con l'invito ad «emettere adeguato provvedimento Sindacale affinché i soggetti interessati provvedessero alla rimozione del materiale depositato, nonché ad un intervento di manutenzione-pulizia del terreno»;
gli stessi amministratori comunali hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per le implicazioni sanitarie che la presenza di amianto in tale stato di degrado potrebbe avere sulla popolazione alla proprietà non ottenendo adeguate risposte a garanzia di un intervento di bonifica. Inoltre, gli amministratori non sono a conoscenza di quanti e quali materiali siano rimasti stoccati all'interno dell'area. Si tratta di pericoli che si sono amplificati nel momento in cui la recinzione che delimita l'area è stata trovata abbattuta in più punti, facendo così presupporre che persone estranee siano penetrate negli stabili;
l'Italia è uno dei Paesi in cui il consumo, la produzione e l'importazione di amianto, sono stati tra i più alti del mondo, poiché ne è stato fatto un uso massiccio e indiscriminato fino al 1992, quando la legge n. 257 lo ha vietato;
a tutt'oggi, nonostante il divieto di utilizzo dell'amianto risalga al 1992, vi sono ancora molti siti che debbono essere messi in sicurezza come l'area dell'ex Molino Saini –:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di loro competenza, ritengano opportuno adottare per fare in modo che i terreni e tutta l'area venga bonificata dall'amianto così come previsto dalla normativa nazionale in materia tutelando in ultima analisi la salute delle popolazioni ivi residenti come previsto dalla Costituzione. (4-00949)