• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/01065 la discarica di rifiuti solidi urbani di Ca’ Filissine, presso il comune di Pescantina (Verona), è attiva fin dal 1987 ed è stata ampliata nel 1997; il comune ha affidato la gestione...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01065presentato daZARDINI Diegotesto diGiovedì 27 giugno 2013, seduta n. 42

ZARDINI, DAL MORO, D'ARIENZO e ROTTA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la discarica di rifiuti solidi urbani di Ca’ Filissine, presso il comune di Pescantina (Verona), è attiva fin dal 1987 ed è stata ampliata nel 1997;
il comune ha affidato la gestione della suddetta discarica alla società ASPICA s.r.l. con sede in Bussolengo (Verona) via dell'Industria n. 6/A, ora Daneco spa con sede in Milano via Bensi n. 12/5, eccezion fatta per lo smaltimento del percolato;
il comune ha affidato il servizio di trattamento/smaltimento del percolato con convenzione approvata con delibera di consiglio comunale n. 81 del 19 novembre 1998 e modificata con delibera di consiglio comunale n. 7 del 18 gennaio 2005 a Depuracque Sviluppo s.r.l. (già Depuracque Impianti s.r.l.) che gestisce l'impianto di trattamento del percolato annesso alla discarica, contratto scaduto il 31 dicembre 2011;
con atto n. 05/10717 del 9 agosto 2006, l'autorità giudiziaria ha sottoposto la suddetta discarica a sequestro preventivo con decorrenza dal 28 agosto 2006, per sospetto inquinamento delle acque di falda non utilizzate per acqua potabile;
i C.T.U. nominati dalla procura redassero una relazione tecnica che riportava, in particolare, alcune linee di intervento per l'eliminazione o la mitigazione del fenomeno inquinante accertato, consistenti principalmente nell'ottenere l'abbassamento del battente idraulico del percolato, nell'interrompere il riciclo in discarica del percolato concentrato, nel mettere in opera un efficace sistema di impermeabilizzazione e drenaggio superficiale e nell'eseguire alcuni sondaggi profondi, nonché nell'effettuare interventi aggiuntivi o alternativi alla barriera idraulica, finalizzati a bloccare l'inquinamento verso valle;
in data 11 dicembre 2009 il tribunale di Verona ha pronunciato l'ultima ordinanza di rigetto dell'istanza di dissequestro della discarica in Ca’ Filissine presentata dal comune di Pescantina;
in data 14 dicembre 2009 la regione Veneto, la provincia di Verona, il comune di Pescantina e Daneco spa hanno sottoscritto il protocollo di intesa relativo alla discarica situata in località Ca’ Filissine, concernente modi e possibilità di utilizzo delle somme «post mortem» accantonate presso i conti correnti intestati a Daneco spa e vincolati a favore della provincia;
in data 29 gennaio 2010 la giunta provinciale, con deliberazione n. 16/2010, ha istituito un comitato tecnico per la definizione di soluzioni di messa in sicurezza e risoluzione delle criticità ambientali dell'area di sedime e contermine alla discarica e, con deliberazione n. 93 del 15 aprile 2010, ha approvato uno schema di convenzione con l'università degli Studi di Padova – dipartimento di ingegneria idraulica, marittima, ambientale – per la definizione di soluzioni di messa in sicurezza e risoluzione delle criticità ambientali dell'area di sedime e contermine della discarica connesse allo svolgimento delle funzioni di presidenza del comitato tecnico istituito;
in data 3 marzo 2010 la regione Veneto, la provincia di Verona e il comune di Pescantina hanno sottoscritto un protocollo di intesa in forza del quale è stato reso possibile l'utilizzo delle somme «post mortem» esclusivamente per le operazioni di trattamento e smaltimento del percolato subordinatamente all'assunzione dell'impegno del comune a reintegrare il fondo stesso con i proventi derivanti dalle tariffe e a presentare un programma delle attività successive al dissequestro comprensive di progetti di riapertura o definitiva chiusura della discarica;
il comitato tecnico istituito con deliberazione n. 16/2010 nella relazione conclusiva di analisi della situazione ambientale, consegnata e illustrata agli enti interessati in data 22 settembre 2010, ha evidenziato che all'inquinamento della falda sotterranea dell'area concorrono più sorgenti tra le quali, quelle più rilevanti, la discarica, il vigneto Ferrari e le attività agronomiche; in particolare, per quel che attiene la discarica di Ca’ Filissine, in considerazione dei diversi possibili interventi valutati e alla luce dei criteri informativi assunti per la definizione delle soluzioni tecniche da ricercare, ha individuato le azioni che l'ipotesi progettuale di intervento per la risoluzione delle questioni ambientali dovrebbe prevedere e precisamente:
a) ripresa del conferimento di rifiuti solidi a basso o nullo contenuto di sostanza organica putrescibile fino al raggiungimento di una idonea morfologia finale;
b) innocuizzazione della potenziale fonte contaminante tramite aerazione in situ dei rifiuti depositati nel bacino Est di ampliamento della discarica;
c) realizzazione di una copertura superficiale attiva con uno strato biossidativo per il biogas ed un impianto vegetativo atto a condizionare positivamente il bilancio idrologico;
in particolare, si rileva come la soluzione proposta non richieda il rifacimento di nessuna parte della discarica, tantomeno della parete est;
nel 2007 uno studio commissionato dal gestore Daneco al professore Mario Manassero del politecnico di Torino riportava le seguenti conclusioni: «Al termine delle simulazioni si può senza dubbio affermare che il completamento del riempimento dei lotti dell'impianto non pregiudicherà in alcun modo la stabilità locale e/o globale della scarpata Est in quanto il quadro fessurativo delineatosi in corrispondenza del piano campagna di monte è governato dalle deformazioni indotte dall'interazione tra sistema di rivestimento della scarpata in esame ed i rifiuti in fase di assestamento»;
a seguito della richiesta presentata dalla provincia di Verona, la regione Veneto, con DGRV n. 3486 del 30 dicembre 2010, ha concesso alla provincia l'accesso al fondo rotativo di cui all'articolo 20 della legge regionale n. 1 del 2009 per la somma di euro 2.518.854,96, somma che però il sindaco di Pescantina ha rigettato e rifiutato di ricevere per non sottoscrivere le garanzie necessarie;
con delibere di giunta provinciale n. 52/2011 del 31 marzo 2011 e n. 59/2011 del 12 aprile 2011, di giunta comunale n. 54/2011 del 13 aprile 2011 e n. 64/2011 del 20 aprile 2011 e di giunta regionale n. 693 del 24 maggio 2011 è stato approvato un atto di integrazione del protocollo di intesa tra regione Veneto, provincia di Verona e comune di Pescantina, sottoscritto in data 3 marzo 2010, nel quale il comune si è impegnato a presentare alla regione Veneto, quanto prima e comunque entro il 31 maggio 2011, una richiesta di autorizzazione per l'approvazione di un progetto definitivo per il completamento e la messa in sicurezza della discarica di Pescantina e per la bonifica dell'adiacente fondo denominato «Vigneto Ferrari», o comunque altre concrete soluzioni che il comune ritenesse di proporre;
in data 31 maggio 2011 la giunta comunale di Pescantina, con deliberazione n. 79/2011, ha preso atto del progetto trasmesso da Daneco spa relativo al completamento ed alla messa in sicurezza permanente della discarica di Pescantina contestuale alla bonifica del fondo adiacente denominato «vigneto Ferrari» e ha espresso parere favorevole alla presentazione del suddetto progetto alla regione Veneto, ai fini della relativa autorizzazione;
politicamente il consiglio regionale del Veneto in data 8 febbraio 2012 ha votato all'unanimità una risoluzione in cui impegna la giunta comunale:
a) ad attivarsi affinché la realizzazione dell'intervento sia vincolata all'osservanza dei dettami contenuti nello studio prodotto dal Comitato Tecnico «Ca’ Filissine», composto dall'università di Padova, provincia di Verona, arpav Verona e regione Veneto, prescrivendo al comune di Pescantina di adeguare il progetto alla «Proposta di intervento risolutivo» contenuta nella relazione (pagina 60) e di abbandonare quello di ampliamento della discarica. L'operazione di bonifica e messa in sicurezza deve riguardare solo il sito attualmente occupato dalla discarica di Ca’ Filissine senza sconfinamenti in altri terreni;
b) a convocare presso il consiglio regionale le commissioni tecniche interessate, unitamente alle commissioni terza (cave), settima (ambiente) e seconda (urbanistica) per favorire la predisposizione di un progetto operativo finalizzato unicamente a bonificare il sito, realizzando una situazione di sicurezza, senza avviare altre discariche;
c) ad attivarsi per reperire le eventuali risorse necessarie a realizzare il progetto di bonifica e messa in sicurezza d'intesa con la provincia di Verona e il comune di Pescantina;
d) ad operare affinché un eventuale intervento di bonifica sul fondo denominato «vigneto Ferrari» venga considerato come problema separato da quello della discarica e sia messo in atto solo dopo approfonditi studi che accertino l'eventuale presenza di fattori di inquinamento/contaminazione;
la giunta comunale di Pescantina in data 1o marzo 2013, con delibera n. 35, ha trasmesso, senza tuttavia una formale adozione, un nuovo e diverso progetto che insiste solo sull'originale sedime di discarica, che prevede la trasformazione della discarica in discarica di rifiuti speciali e lo spostamento di 470 mila metri cubi di rifiuti già stoccati per demolire e rifare la parete est. La demolizione della parete est della discarica potrebbe comportare un grave disagio per la popolazione della frazione di Balconi, in considerazione dell'imponente movimentazione di rifiuti ad essa associata. Tale parete risulterebbe svolgere allo stato il suo compito, in quanto a livello massimo di percolato in discarica corrispondono livelli minimi di ammoniaca in M7. Infine, la stessa parete risulta correttamente collaudata in tutte le sue parti, come del resto il fondo e le pareti dell'ampliamento della discarica. È da valutare e da approfondire maggiormente, pertanto, se vi sia la effettiva necessità della demolizione di tale parete est e della conseguente movimentazione dei rifiuti;
il consiglio comunale di Pescantina in data 6 maggio 2013 ha deliberato all'unanimità:
a) di ribadire le criticità progettuali già evidenziate nella delibera di giunta comunale n. 35 del 1o marzo 2013 e nella delibera di consiglio comunale n. 8 del 9 marzo 2013 e pertanto di impegnare il sindaco e la giunta comunale a deliberare, con convocazione e deliberazione entro il 9 maggio 2011 la non adozione dell'aggiornamento n. 1 del progetto per la bonifica e la messa in sicurezza permanente della discarica «Ca’ Filissine» e dell'adiacente fondo denominato «Vigneto Ferrari» trasmesso da Daneco spa il 26 febbraio 2013 e conseguentemente di dare mandato al sindaco di ritirare il predetto aggiornamento n. 1 del progetto attualmente in valutazione da parte della commissione V.I.A. regionale;
b) di impegnare altresì il sindaco e la giunta, considerata la grave situazione di criticità ambientale, ad attivarsi con tempestività per individuare una soluzione progettuale a partire dalle indicazioni contenute a pagina 60 della relazione «Analisi della situazione ambientale nell'area interessata dalla discarica di Ca’ Filissine e proposte di intervento» prodotta dal comitato tecnico Ca’ Filissine, composto dall'università di Padova, provincia di Verona, Arpav Verona e regione Veneto, da portare preventivamente all'attenzione del consiglio comunale che potrà esprimersi con appositi atti di indirizzo, individuando al tempo stesso percorsi di partecipazione da parte della popolazione;
il sindaco di Pescantina, in data 8 maggio 2013, ha rassegnato le dimissioni senza dare seguito alla delibera del consiglio comunale n. 19 del 6 maggio 2013;
a seguito delle dimissioni, in data 29 maggio 2013, è stato nominato un commissario prefettizio nella persona della dottoressa Rose Maria Machinè, vice prefetto di Verona;
la situazione è tuttora di gravissima criticità dal punto di vista ambientale, con un battente assolutamente fuori norma e un forte inquinamento della prima falda (non destinata ad uso potabile);
sono quasi terminati i fondi di gestione «post-mortem» e, come detto, l'unico progetto di messa in sicurezza proposto dal sindaco è stato bocciato all'unanimità dal consiglio comunale –:
di quali elementi disponga il Governo anche per il tramite del commissario prefettizio, in merito alla situazione di cui in premessa;
se non si ritenga di avviare un'ispezione del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente, anche alla luce di quanto previsto dall'articolo 299 e seguenti del decreto legislativo n. 152 del 2006. (4-01065)