• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00845 il tema della sicurezza legato all'evento nascita è uno dei punti dominanti tra gli obiettivi chiave previsti anche nell'ultimo piano sanitario nazionale; lascia ancora una volta...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00845presentato daBINETTI Paolatesto diMartedì 17 febbraio 2015, seduta n. 376

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
il tema della sicurezza legato all'evento nascita è uno dei punti dominanti tra gli obiettivi chiave previsti anche nell'ultimo piano sanitario nazionale;
lascia ancora una volta sgomenti la notizia della recentissima morte della bambina nata in una clinica privata a Catania, ma bisognosa di urgente ricovero in terapia intensiva neonatale. Oltre alle cause che avevano determinato la richiesta di un letto di terapia intensiva neonatale, la mancata disponibilità ad accoglierla nei tre ospedali cittadini e il successivo trasporto a Ragusa, in ambulanza, nel cuore della notte, ne ha causato la morte prima di potere raggiungere l'ospedale, che pure si era detto disponibile al ricovero. Il fatto ha riaperto il dramma, mai completamente risolto, degli ospedali che non sono in grado di dare una risposta adeguata alle terapie intensive neonatali;
non c’è motivo di dubitare che a Catania, dove la piccola è nata, non ci fossero realmente posti letto di rianimazione disponibili, come è apprezzabile la pronta disponibilità dell'ospedale di Ragusa. Una corsa contro il tempo che non è servita a salvarle la vita;
vale la pena ripercorrere i fatti nella loro nuda semplicità. La bambina è venuta alla luce in una clinica privata e, dopo un parto regolare, ha accusato difficoltà respiratorie. I medici sostengono di aver cercato un reparto ospedaliero specializzato dove trasferirla. È stato chiesto allora l'intervento del 118, che ha avviato un monitoraggio nei tre ospedali catanesi dove è presente la terapia intensiva pediatrica: il Garibaldi, il Santo Bambino e il Cannizzaro. Purtroppo, in nessuno dei tre centri c'era un letto libero. L'unico ospedale della Sicilia orientale che ha risposto all'appello è stato quello di Ragusa, distante oltre cento chilometri;
il Ministro Lorenzin ha tempestivamente deciso di avviare una inchiesta per definire al più presto le responsabilità professionali, sia quelle personali che quelle aziendali, perché oltre al rispetto per il dolore dei familiari, è doveroso fare chiarezza nelle sedi opportune, sulle cause dell'accaduto. Infatti, è più che mai urgente intervenire per affrontare anche la questione del clinical risk management nei punti nascita;
purtroppo sulla sicurezza dei punti nascita, non sembrerebbe, a parere dell'interrogante, aver trovato alcun seguito l'accordo tra il Governo e le regioni, risalente al 16 dicembre 2010, sulle «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo», in cui si contemplava l'attuazione, da parte delle singole regioni, di precisi criteri da adottare, tra cui la razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita con basso numero di parti, l'individuazione dei requisiti minimi di sicurezza relativi ai diversi livelli ospedalieri di assistenza ostetrica e neonatale, e la definizione delle risorse umane necessarie sulla base dei carichi di lavoro;
è sempre più evidente, come tragedie come quella accaduta a Catania, potrebbero verificarsi in tutte le regioni italiane, a Roma come a Milano, a causa degli equilibri precari tra Governo centrale, governi regionali e amministrazioni locali, comprese quelle delle aziende sanitarie ed ospedaliere, ulteriormente indeboliti negli ultimi anni, da riduzioni di spesa che hanno avuto la meglio sulla sicurezza;
in occasione della giornata mondiale del neonato pretermine, il presidente della SIN Società italiana di neonatologia, Costantino Romagnoli ha evidenziato che in Italia ogni anno nascono poco più di 500 mila bambini di cui circa il 7 per cento prematuri. Un numero in aumento, nonostante il numero dei nati diminuisca, come ha recentemente dimostrato l'ISTAT. A novembre 2014, a fronte di poco più di 509 mila nati, circa 35.600 sono pretermine, e saranno circa 40 mila a dicembre. Per questi bimbi ancora oggi l'assistenza non garantisce gli stessi standard qualitativi tra regione e regione, tra Nord e Sud del Paese, tra grandi città e piccoli centri;
in Italia le recenti rilevazioni evidenziano che esistono 550 punti nascita dislocati tra ospedali e strutture private poco o per niente collegati tra di loro. Oggi i dati epidemiologici in ambito neonatale sono delegati ad istituti come l'ISTAT o al rapporto CEDAP del Ministero della salute, costruito sul certificato di assistenza al parto, che forniscono informazioni utili, ma non sufficienti alle esigenze degli operatori che quotidianamente assistono i neonati e alla Società italiana di neonatologia, e non hanno possibilità di confrontarsi con le istituzioni su dati omogenei per sviluppare strategie e azioni finalizzate a migliorare l'assistenza;
al fine di migliorare la qualità dell'assistenza ai neonati pretermine la SIN, Società italiana di neonatologia, ha realizzato il Neonatal Network, un database nazionale, piattaforma operativa per i centri nascita di tutta Italia, che permetterà ad ogni centro neonatologico italiano di disporre di dati, informazioni e casi clinici, nonché notizie ostetrico-perinatali, problematiche neonatali e dimissione. Il database è fondamentale per migliorare l'assistenza e consentire agli operatori sanitari di disporre di tutti i dati necessari alla cura ed eventuali terapie sui nati pretermine. Questi bambini, infatti, se non curati adeguatamente hanno maggiori possibilità di altri di sviluppare patologie;
i dati evidenziano l'urgenza di rendere più sicuri i punti nascita, attraverso il potenziamento delle unità di terapia intensiva neonatale (TIN), al fine di migliorare significativamente l'assistenza ai neonati prematuri, attraverso screening neonatali allargati, per patologie metaboliche ereditarie, per la cui terapia evidenze scientifiche efficaci;
è ormai improcrastinabile, a parere degli interpellanti, la razionalizzazione dei punti nascita e il potenziamento del numero dei posti di terapia intensiva nelle grandi maternità –:
se non ritenga urgente razionalizzare e potenziare il numero dei posti di terapia intensiva neonatale in tutto il Paese, incrementando con ogni misura sistemi di monitoraggio, in grado di rilevare con accuratezza e a monte, i casi di diagnosi che presentano profili di rischio alla nascita e di sopravvivenza nel periodo immediatamente successivo all'evento nascita, al fine di potersene fare carico tempestivamente nei centri di terapie intensive neonatali;
quali siano le iniziative previste al fine di assicurare screening neonatali allargati, per patologie metaboliche ereditarie e obbligatori in tutti i punti nascita.
(2-00845) «Binetti, De Girolamo».