• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00848 Francesco Di Palo è un imprenditore di Altamura vittima, dal 2001 al 2003, del racket estorsivo ai danni dell'azienda di cui era titolare, la Venere srl di Matera, società che produceva vasche...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00848presentato daCOSTANTINO Celestetesto diMartedì 17 febbraio 2015, seduta n. 376

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
Francesco Di Palo è un imprenditore di Altamura vittima, dal 2001 al 2003, del racket estorsivo ai danni dell'azienda di cui era titolare, la Venere srl di Matera, società che produceva vasche idromassaggi, dichiarata fallita un anno prima della sua denuncia contro gli estorsori;
in data 30 gennaio 2015, il collaboratore di giustizia Di Palo, si è cosparso di liquido infiammabile e si è dato fuoco davanti alla Prefettura di Monza, riportando fortunatamente solo ustioni alle mani a seguito dell'intervento dei vigili del fuoco; Di Palo ha compiuto l'atto per denunciare l'abbandono di cui è stato oggetto, assieme alla sua famiglia, da parte delle istituzioni, in quanto escluso dal programma di protezione dedicato ai testimoni di giustizia e ai loro congiunti;
non è la prima protesta che Di Palo ha portato avanti: già nel 2011 protestò perché il Viminale non copriva più le spese d'affitto in località protetta, quando era ancora all'interno del programma di protezione. Vani si sono rivelati gli appelli al Ministro dell'interno, anche quando Di Palo ha lamentato la mancata notifica degli atti giudiziari presso la località protetta ove si trovava, con i quali gli veniva notificato di presentarsi ad udienze quale testimone e a cui, inevitabilmente, non ha potuto prendere parte;
la questione relativa ai testimoni di giustizia è gestita da un'apposita Commissione ministeriale, il servizio centrale di protezione del Ministero dell'interno (SCP). Nonostante l'aumento del carico lavorativo del SCP, le risorse continuano a diminuire, e nonostante tale servizio segua circa 6000 persone tra testimoni di giustizia e loro congiunti;
in particolare, i tagli ammontano a circa 25 milioni di euro, come da variazione di bilancio collegata alla legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190), varata dal Governo Renzi;
tale taglio di risorse essenziali si aggiunge alla già difficile vita dei testimoni che risiedono in località protette, in quanto i documenti di copertura non hanno alcun valore legale, con una serie di conseguenze burocratiche e amministrative che aggravano il ripristino di una vita apparentemente normale per coloro che collaborano con lo Stato per combattere il crimine organizzato. Le procedure esigerebbero garanzia di riservatezza del trattamento dei dati dei testimoni di giustizia, ma la situazione vigente, denunciata da molti di loro, li espone a vendette e ritorsioni;
una ulteriore possibilità di sostegno economico ai testimoni di giustizia sarebbe prevista dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, in base alla quale, in caso di rinuncia al mantenimento economico, questi verrebbero assunti presso la pubblica amministrazione, ma non si capisce come si possa procedere alla seppur corretta misura in presenza di tagli strutturali alle risorse di pubblica amministrazione ed enti locali, nonché del blocco dei relativi concorsi, che rendono difficile anche avere contezza del numero dei posti di lavoro disponibili. Il decreto prevede che sia il servizio centrale a sondare le pubbliche amministrazioni per censire i posti disponibili, questo andrà fatto in tutta Italia, due volte l'anno. Il servizio centrale segue oltre 6000 persone. Se non si potenzia la struttura operativa del servizio centrale di protezione, difficilmente questo potrà provvedere a quanto la legge gli impone di fare e le possibilità per i testimoni di giustizia di trovare un lavoro, diminuiranno;
come già sottolineato dalla relazione della Commissione antimafia, il lavoro di ricognizione dei posti disponibili dovrà tenere conto delle altre categorie tutelate da analogo diritto all'assunzione nella pubblica amministrazione; se a questo si aggiungono il contenuto dell'articolo 12, di neutralità finanziaria, e i tagli strutturali alle risorse delle pubbliche amministrazioni/enti locali (insieme al blocco dei concorsi) si capisce come i posti di lavoro effettivi, saranno senza dubbio pochi;
il viceministro Bubbico ha affermato che i tagli non impediranno l'esecuzione delle azioni volte a tutelare i testimoni di giustizia e che in caso di emergenze e necessità sono previste e consentite spese dirette;
nella più recente relazione sul sistema di protezione dei testimoni di giustizia, la stessa Commissione antimafia denuncia: «si lamenta che le abitazioni offerte, specie in occasione delle prime sistemazioni in località protetta, sono spesso degradate e prive delle elementari condizioni igieniche o che per lunghi periodi, si è collocati in strutture alberghiere fatiscenti»; «l'inadeguatezza delle misure di protezione poste in essere a tutela dei testimoni sia in località protetta che in quella di origine, spesso riconducibili alla ridotta disponibilità di mezzi e uomini, alla saltuarietà della vigilanza, alla scarsa professionalità delle forze dell'ordine, alla utilizzazione di immobili già impiegati per collaboratori di giustizia e la cui pregressa destinazione era nota»; la «mancata attuazione della norma che prevede che al testimone di giustizia vada assicurato il pregresso tenore di vita»; la «condizione di isolamento, sia in località protetta che in località di origine, e mancanza di punti di riferimento e di supporto»; l’«inadeguatezza del sistema di reinserimento socio-lavorativo, specie per imprenditori e commercianti» –:
in riferimento a quanto illustrato in premessa, nonché alla inadeguata normativa che regola la gestione e la protezione dei testimoni di giustizia – che non solo mette in pericolo chi decide di collaborare, ma disincentiva coloro che vorrebbero farlo – se non intenda rivedere le modalità di protezione dei testimoni di giustizia in relazione all'ambiguità amministrativa a cui vengono esposti una volta in possesso di nuovi documenti che hanno alcun valore legale e se intenda fornire dettagli chiari sulla capacità della pubblica amministrazione di assumere coloro che ne faranno richiesta, anche in presenza di tagli, specificando quali sarebbero le spese dirette in caso di emergenza e necessità.
(2-00848) «Costantino, Franco Bordo, Scotto».