• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00063 facendo seguito all'interrogazione n. 4-00091 presentata dalla sottoscritta, pubblicata in allegato al resoconto della seduta del 25 marzo 2013, sulla prevista soppressione – da parte di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00063presentato daVELO Silviatesto diMercoledì 27 marzo 2013, seduta n. 5

VELO, CARROZZA, FONTANELLI, GELLI, MANCIULLI, MARIANI, NARDELLA, NARDI, NICCHI, ROCCHI, SANI, BINI e CENNI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
facendo seguito all'interrogazione n. 4-00091 presentata dalla sottoscritta, pubblicata in allegato al resoconto della seduta del 25 marzo 2013, sulla prevista soppressione – da parte di Trenitalia – di due linee «Frecciabianca» – a decorrere dal 14 aprile 2013 – sulla tratta Tirrenica;
l'amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano ha confermato all'assessore regionale ai trasporti della Toscana Vincenzo Ceccarelli i tagli sulla linea tirrenica ferroviaria; e ha precisato altresì che riguarderanno tutti e sei i convogli Frecciabianca in transito su Livorno lungo la tratta Tirrenica (Roma-Genova); le linee saranno deviate su Firenze con il nuovo orario che sarà introdotto a partire da giugno;
Trenitalia sopprime così tutti i collegamenti «veloci» tra Genova, Pisa, Roma e Grosseto, vitali per i numerosi pendolari (studenti e lavoratori) diretti a nord o a sud per motivi di studio o lavoro, e per le destinazioni turistiche della Maremma, del Promontorio dell'Argentario, e delle isole; i pendolini di cui si prevede la soppressione sono infatti gli unici mezzi in grado di viaggiare da Grosseto a Livorno in soli 50 minuti, e in un'ora e 4 minuti da Grosseto a Pisa, garantendo un collegamento rapido – due ore e mezzo – tra Pisa e la capitale;
i sei pendolini (costruiti con materiale ETR 460) erano stati introdotti da Trenitalia a Livorno a dicembre 2011, dopo le incessanti sollecitazioni da parte dei comitati dei pendolari e dei politici del territorio;
la prevista deviazione dei treni sulla dorsale appenninica – da giugno i sei pendolini, dirottati verso Firenze, salteranno le stazioni di Livorno, Grosseto e Civitavecchia e raggiungeranno, da Firenze, direttamente Roma – non determina solo pesanti disagi per gli utenti di Grosseto ma rappresenta una perdita di opportunità per tutto il territorio toscano;
i collegamenti «rapidi» sulla tratta tirrenica non possono essere in alcun modo sostituiti: Trenitalia opera di fatto in regime di monopolio, e quindi il servizio non può essere fornito da altro operatore, pur essendo uno dei più potenti fattori di sviluppo dell'intero territorio toscano; senza dire che il servizio a lunga percorrenza copre distanze non sostenibili dai treni della divisione regionale: gli attuali treni locali impiegano fino a circa 2 ore per collegare Livorno con Grosseto e quasi quattro ore per collegare Livorno con Roma;
nella fascia Tirrenica Nord non vi è una viabilità stradale sicura e veloce: tra Cecina e Civitavecchia non vi è alcun collegamento autostradale e la strada statale 1 Aurelia in molti tratti prevede attraversamenti a raso, forti limitazioni di velocità, la singola corsia di marcia e, a seguito degli eventi alluvionali di novembre 2012, ulteriori riduzioni di carreggiata; è quindi particolarmente difficile raggiungere Roma in auto, anche considerando che l'autostrada inizia solo a Civitavecchia;
il progetto regionale «MEMORARIO» che avrebbe dovuto garantire collegamenti frequenti e rapidi tra i principali centri regionali non è mai partito;
lo smantellamento dei servizi veloci e dei collegamenti è frutto del disimpegno del Governo Berlusconi negli ultimi 5 anni nei confronti del servizio pubblico, che ha indotto Trenitalia a trasformare progressivamente i treni Intercity in Eurostar, passando da treni finanziati dal contributo pubblico a treni a libero mercato; i convogli viaggiano in tal modo su linee non sostenute dallo stato ma solo ed esclusivamente dalle entrate derivanti dai biglietti; le corse in questione – ritenute, da Trenitalia, antieconomiche e con un numero di viaggiatori insufficiente a garantire l'equilibrio economico della gestione – sono state quindi soppresse perché improduttive;
l'intervento si colloca nel quadro della generale politica di tagli al servizio pubblico di trasporto dei Ministri Matteoli e Tremonti che ha portato, in questo caso, alla soppressione di collegamenti efficienti per due città importanti come Grosseto e Livorno, con pesanti conseguenze anche per i porti di Piombino, Livorno e Civitavecchia, e per i collegamenti con le isole –:
se sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere:
a) per raccogliere tutti i dati necessari a valutare l'economicità della gestione – e quindi i flussi di entrata derivanti da biglietti ed abbonamenti rapportati ai costi del servizio – relativi ai treni Frecciabianca 9761-9762-9773-9774-9784-9785, ovvero ai treni costruiti con materiale ETR 460/463 lungo la tratta Tirrenica;
b) per scongiurare l'ipotesi di soppressione dei convogli, inaccettabile per il territorio servito, e per indurre Trenitalia a modificare le decisioni relative alla tratta tirrenica ferroviaria, anche considerato che la logica del «libero mercato» non è applicabile ad un servizio essenziale e di pubblica utilità e che Ferrovie dello Stato è un'azienda di proprietà pubblica. (5-00063)