• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00091 il 13 gennaio del 2012 la nave da crociera Costa Concordia è naufragata davanti alle coste dell'isola del Giglio (isola che fa parte del Parco nazionale dell'arcipelago Toscano, il più grande...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00091presentato daSANI Lucatesto diMartedì 30 aprile 2013, seduta n. 11

SANI, MARIANI, FONTANELLI, VELO, MANCIULLI, BOSCHI, PARRINI, REALACCI, NARDELLA, ROCCHI, CENNI e DALLAI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
il 13 gennaio del 2012 la nave da crociera Costa Concordia è naufragata davanti alle coste dell'isola del Giglio (isola che fa parte del Parco nazionale dell'arcipelago Toscano, il più grande parco marino d'Europa compreso all'interno del santuario internazionale dei cetacei);
il relitto della nave, a 15 mesi dell'incidente, è ancora sul luogo del naufragio;
si sta svolgendo, in questi giorni, il processo sul naufragio della nave e sono circa 250 i soggetti che si sono costituiti parte civile;
la Costa Crociere sarà chiamata a rispondere in sede penale dei danni causati da propri dipendenti;
un documento dell’authority americana United States Securities and Exchange Commission ha rivelato che le assicurazioni hanno già risarcito, per i danni subiti, la Costa Crociere con 500 milioni di dollari (circa 380-390 milioni di euro);
tra le istituzioni che hanno avanzato la richiesta di risarcimento danni ci sono: la Presidenza dei Consiglio dei ministri, i ministeri della difesa, dell'interno, delle infrastrutture e dei trasporti, dell'economia e delle finanze, il commissariato per l'emergenza ambientale, il comune dell'isola del Giglio, la regione Toscana, la provincia di Grosseto e la camera di commercio di Grosseto;
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, non è stato ammesso (insieme ad altre associazioni ambientaliste), sempre secondo fonti di informazione come parte civile al procedimento per il naufragio della Costa Concordia;
sempre fonti di informazione hanno reso noti i risultati di un rapporto, redatto da Arpat Toscana in collaborazione con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da cui emergerebbero danni ambientali alla flora ed alla fauna sottomarine nelle acque del Giglio, a causa dell'impatto della nave sugli scogli e sui fondali;
nello specifico nel dossier sopracitato viene riportato, sempre secondo fonti stampa, che sostanzialmente:
«nella riserva marina a protezione integrale dell'isola del Giglio, la collisione della Costa Concordia e poi il suo inclinarsi sulla scogliera hanno prodotto una mutilazione dell'ecosistema marino e danni permanenti al paesaggio»;
«nella zona di Punta Gabbianara i 290 metri del transatlantico hanno ucciso, per sradicamento la notte del 13 gennaio 2012 e togliendo la luce alle piante nei successivi quindici mesi, 7.500 metri quadrati di Posidonia oceanica e moltissimi esemplari di Pinna nobilis, mollusco conosciuto come “nacchera”, a rigorosa protezione. La fine della Posidonia (3,75 milioni il danno stimato, destinato a crescere) comporta una perdita di produzione ittica pari a 15.840 chili»;
«il problema più grave è la contaminazione delle acque intrappolate all'interno della nave che sono uscite dallo scafo in minima parte. Il dossier del ministero sostiene che 250mila metri cubi d'acqua marina sono stati inghiottiti dal relitto divenendo veri e propri rifiuti liquidi che ora rischiano di fuoriuscire in mare con effetti devastanti per l'intera area. Si tratta di effetti devastanti: nelle prime settimane post-naufragio un inquinamento da saponi e detersivi è stato rilevato dalle centraline Arpat. Dopo mareggiate più forti, la Concordia ha inoltre rilasciato in mare idrocarburi La mistura nerastra di pane e carburante, shampoo e olii rischia di contaminare il mare cristallino dell'isola quando la nave sarà fatta ruotare»;
danni complessivi stimati sono di circa 11,5 milioni di euro;
anche alcune associazioni ambientaliste hanno evidenziato i danni provocati dal naufragio ad ambiente, flora e fauna: ad esempio, il relitto sta disturbando da mesi la naturale rotta migratoria degli uccelli ed i tragitti acquatici dei pesci;
è stato comunque rimarcato che il danno ambientale complessivo potrà essere quantificato solo al momento della rimozione totale del relitto;
anche a seguito di tali segnalazioni la procura di Grosseto sembra aver deciso di aprire, secondo quanto riportano i mezzi di informazione, un nuovo procedimento, contestando agli indagati anche l'imputazione di «disastro ambientale». Conseguentemente il Ministero dell'ambiente (oltre ad alcune associazioni ambientaliste) sembra abbia deciso di costituirsi parte civile nel nuovo procedimento;
secondo altre fonti di informazione: «la Procura non avrebbe aperto un altro fascicolo di inchiesta per reato ambientale, come invece riportato da alcuni quotidiani. A questo proposito, fonti vicine a Costa precisano che la riparazione dell'impatto ambientale sul fondale del Giglio, dove giace la Concordia, e confermato da recenti analisi di Ispra e Arpat, fa parte a tutti gli effetti dell'ultima parte del piano di rimozione del relitto» –:
se quanto esposto in premessa corrisponda al vero, e nello specifico, quali sono ed a quanto ammontino i danni complessivi causati ad ambiente, flora e fauna dal naufragio della Costa Concordia;
se siano state avviate ulteriori indagini sulla vicenda;
se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si sia quindi costituito parte civile nel processo sul naufragio della nave in corso a Grosseto e come ritenga di quantificare complessivamente in sede giudiziaria i danni causati dal naufragio se (come esposto in premessa) questo sarà possibile presumibilmente soltanto dopo la rimozione totale del relitto, che avverrà solo tra alcuni mesi;
se non si ritenga opportuno intraprendere azioni urgenti per tutelare, ripristinare e salvaguardare l'ecosistema marino ed ambientale in attesa degli esiti del suddetto processo (5-00091)