• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01694 LUCIDI, PAGLINI, PUGLIA, CATALFO, BOTTICI, BERTOROTTA, AIROLA, LEZZI, PETROCELLI, BLUNDO, CAPPELLETTI, SERRA, DONNO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che: il...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01694 presentata da STEFANO LUCIDI
martedì 24 febbraio 2015, seduta n.397

LUCIDI, PAGLINI, PUGLIA, CATALFO, BOTTICI, BERTOROTTA, AIROLA, LEZZI, PETROCELLI, BLUNDO, CAPPELLETTI, SERRA, DONNO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

il polo siderurgico di Terni rappresentava il più grande sito industriale dell'Italia centrale; a fine 2014 erano impiegati 2.230 addetti in AST (Acciai speciali Terni) di cui circa 1.690 operai, 530 impiegati e 26 dirigenti, oltre a circa 520 addetti delle società controllate;

il totale degli addetti a settembre 2014 era dunque di circa 2.750 unità;

inoltre i comuni indicatori denotavano un rapporto tra settore principale e indotto siderurgico primario di uno-a-uno, con una stima di circa 5.000 unità di personale afferenti al settore siderurgico, dato confermato anche dall'Istat;

nel luglio 2014 TK-AST (Thyssenkrupp acciai speciali Terni) presentava un piano di rilancio nel quale il personale, secondo le previsioni del management tedesco (nella persona dell'amministratore delegato Lucia Morselli e di Joachim Limberg in qualità di CEO dell'area "materials services" di ThyssenKrupp), avrebbe dovuto essere ridotto di circa 550 unità. Erano previsti interventi sui costi in tutte le aree, per un risparmio stimato di 100 milioni in 5 anni (39 milioni nei primi 2 anni più altri 61 da spalmare nel quinquennio);

i licenziamenti previsti dal primo piano TK-AST erano così distribuiti: 220 nei primi 2 anni e 330 alla fine dei 2 anni. A questi si sarebbero aggiunti poi altri 400 dipendenti delle ditte esterne e dell'indotto per arrivare a circa 900-950 dipendenti dell'intero sito ternano;

i sindacati locali e nazionali ritennero semplicemente "inaccettabile" il piano TK-AST (come si legge su un articolo pubblicato su "Il Sole-24 ore" del 18 luglio 2014) e all'incontro del 25 luglio 2014 presso la Camera del lavoro di Terni gli stessi definirono il piano industriale dell'azienda come un piano finanziario che puntava al ridimensionamento e che sanciva la deindustrializzazione di Terni e dell'Umbria intera;

nel corso della successiva trattativa sindacale intervenne da ultima la proposta dell'amministratore delegato Morselli, la quale proponeva una mobilità agevolata per circa 300 addetti con un incentivo economico di circa 80.000 euro;

i sindacati locali ritennero inaccettabile questa condizione rigettando l'ipotesi di accordo sulla mobilità agevolata;

considerato che:

in data 23 ottobre 2014 l'amministratore delegato Morselli si recò presso i cancelli della azienda per interloquire con i dipendenti, venendo a contatto diretto con i lavoratori che stavano manifestando democraticamente il loro dissenso per le scelte aziendali;

a parere degli interroganti sarebbe stato opportuno predisporre un fronte di difesa per i lavoratori che manifestavano democraticamente ai cancelli aziendali, onde evitare un contatto diretto tra direzione e manifestanti, soprattutto durante una contrattazione sindacale;

in data 3 dicembre 2014 i sindacati locali e nazionali hanno siglato l'accordo. Il verbale di accordo al punto 1) esplicita che gli 80.000 euro serviranno a garantire il "nulla a pretendere" dopo la risoluzione del contratto, e la non impugnazione del licenziamento;

l'accordo prevede un generico riferimento ad attività di ricerca future con università italiane, senza menzionare direttamente il polo universitario di Terni e, in particolare, il dipartimento di Ingegneria che dista pochi metri dalle sede AST di viale Brin;

considerato inoltre che nei primi giorni di febbraio 2015 è apparso sugli organi di stampa un articolo con dichiarazioni della UILM (Unione italiana lavoratori metalmeccanici) che denunciava alcuni comportamenti di militanti delle organizzazioni sindacali, in particolare venivano segnalate azioni volte alla forzatura della mobilità interna aziendale,

si chiede di sapere:

se al Ministro in indirizzo risulti a quanto ammonti il numero degli addetti che hanno aderito alla cosiddetta mobilità agevolata e fra questi il numero dei rappresentanti sindacali;

se risulti quale sia il numero delle unità effettive spettanti ai rappresentanti sindacali a fronte del cospicuo ridimensionamento aziendale;

se sia a conoscenza delle modalità con le quali furono gestiti e coordinati i presidi dei lavoratori presso i cancelli AST di Terni durante lo sciopero e se furono nominati per ciascun presidio i rappresentanti sindacali;

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno verificare le modalità e i contenuti di informazione utilizzati dai sindacati durante la trattativa e in particolare quelli relativi ai contenuti dell'accordo siglato;

se non intenda adottare le opportune iniziative al fine di verificare la forma di gestione sindacale dell'accordo in relazione al numero di dipendenti previsti in mobilità agevolata rispetto ai reparti e alle risorse umane presenti in azienda e se siano stati previsti, durante la trattativa sindacale, dei criteri di selezione atti a garantire l'integrità del sito e il mantenimento dei livelli di competenze del personale;

quali iniziative di propria competenza intenda assumere per accertare le modalità di gestione dell'accordo in relazione alla mancata menzione del polo universitario di Terni, in particolare del dipartimento di Ingegneria, al fine di venire a conoscenza delle motivazioni che hanno portato i sindacati a non richiamare in modo esplicito tale risorsa del territorio;

se non ritenga necessario constatare le modalità di gestione del post-accordo, soprattutto in previsione del riordino degli addetti sindacali, e quelle del pre-accordo, specialmente in relazione alle dovute e corrette sinergie fra azienda madre, controllate e aziende dell'indotto;

se intenda adoperarsi per valutare se ci siano state gravi perdite per quanto riguarda competenze e risorse umane che, in tal caso, si potrebbero acquisire ad oggi secondo modalità di consulenze esterne o addirittura mediante contratti a tempo determinato, e quali eventuali sgravi fiscali siano stati utilizzati;

se, nell'ambito delle proprie competenze, non ritenga utile chiarire che quanto previsto al punto 1) del verbale di accordo, per cui i lavoratori beneficiari dell'incentivo all'esodo "rinunceranno, oltre all'impugnazione del licenziamento, ad ogni eventuale azione o pretesa riferibile al rapporto di lavoro dichiarando di non aver nulla a che pretendere relativamente al rapporto in corso e alla sua cessazione", non riguarda e non comprende anche eventuali successive controversie per questioni ambientali o sanitarie.

(3-01694)