• C. 2898 EPUB Proposta di legge presentata il 19 febbraio 2015

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Atto a cui si riferisce:
C.2898 Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dell'interesse aziendale, sul rispetto delle norme antiriciclaggio, sull'assunzione di personale e sulla gestione delle risorse umane presso la società Poste italiane Spa


Frontespizio Relazione Progetto di Legge
XVII LEGISLATURA
 

CAMERA DEI DEPUTATI


   N. 2898


PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
RIBAUDO, CULOTTA, VENTRICELLI, MOSCATT, ALBANELLA, AMATO, BARGERO, BOCCUZZI, CAMANI, CHAOUKI, COCCIA, D'ARIENZO, GRIBAUDO, LATTUCA, LAURICELLA, MAESTRI, MARANTELLI, MARCHI, MARROCU, MASSA, MINNUCCI, NACCARATO, PELLEGRINO, GIUDITTA PINI, PORTA, PREZIOSI, RACITI, RAMPI, ROCCHI, ROMANINI, GIOVANNA SANNA, SCANU, SCUVERA, TARANTO, TARICCO, ZAPPULLA
Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dell'interesse aziendale, sul rispetto delle norme antiriciclaggio, sull'assunzione di personale e sulla gestione delle risorse umane presso la società Poste italiane Spa
Presentata il 19 febbraio 2015


      

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Onorevoli Colleghi! La società Poste italiane Spa, di seguito «società», costituita da un socio unico, è una società dello Stato e quindi rappresenta un patrimonio nazionale di indiscusso valore. Quella postale è infatti una realtà di oggettiva rilevanza pubblica. Com’è noto, la società svolge indispensabili servizi pubblici come il recapito della corrispondenza e la raccolta del risparmio postale nell'intero territorio della Repubblica. Costituisce, inoltre, un colosso nello scenario nazionale per numero di filiali (140), per numero di uffici postali (circa 13.000) e per personale addetto (145.000 unità).
      È noto il procedimento di trasformazione che ha interessato la società, negli anni, fino alla sua attuale conformazione di società per azioni, costituita da un socio unico, pertanto vale sottolineare che si tratta di una società ancora pubblica da un punto di vista del patrimonio/capitale, che ha ricevuto, e che riceve, notevoli finanziamenti dallo Stato per lo svolgimento dei servizi di recapito in convenzione (contratto di servizio), alcuni dei quali oggetto di attenzione da parte dell'Unione europea.
      A fronte dell'importanza della società per il sistema-Paese, considerata anche dai mercati internazionali uno degli asset più redditizi e di maggior valore dell'economia nazionale, soprattutto per l'ammontare della raccolta del risparmio pari a circa 400 miliardi di euro, è necessaria una rinnovata attenzione della politica – e soprattutto del Parlamento – su una serie di irregolarità che hanno interessato, in particolare, l'azione e la gestione della società.
      Con l'interpellanza urgente 2-00656 a prima firma dell'onorevole Ribaudo e sottoscritta da altri 40 parlamentari, in data lunedì 8 settembre 2014, seduta n. 285 della Camera dei deputati, venivano poste alcune domande ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, riguardanti il sistema clientelare di assunzione praticato sia per quanto riguarda i rapporti di lavoro a tempo determinato che indeterminato, che vedrebbe la compartecipazione di alcuni dirigenti di sindacati i quali hanno fatto assumere loro stretti parenti (v. La Repubblica settembre/ottobre 2014 su parentopoli alle poste).
      Nella stessa interpellanza era stato chiesto:

          il motivo per cui la società aveva preferito la stipula di contratti di somministrazione attraverso agenzie di lavoro interinale eludendo, nei fatti, l'avviso pubblico che attraverso il proprio sito web aveva pubblicizzato la notizia dell’«assunzione per 1070 unità (di cui 835 portalettere, 235 addetti allo smistamento) per la primavera-estate 2014»; così è avvenuto negli anni 2012 e 2013, in cui le assunzioni per somministrazione sono ammontate rispettivamente a un totale di 157 unità per l'anno 2012 e a un totale di 182 unità per l'anno 2013, parte delle quali sono state trasformate a tempo indeterminato; e non si conosce neanche quale sia il numero complessivo di assunzioni fatte nel primo semestre 2014 e in quali regioni siano state effettuate le assunzioni in oggetto;

          quali fossero state le ragioni tecnico-organizzative che avevano portato alla stipula di questi contratti, (dal momento che il costo è di certo superiore del 20 per cento rispetto alle assunzioni dirette);

          quali fossero le qualifiche professionali richieste per l'attivazione di tali contratti;

          quale fosse stato il numero di contratti trasformati a tempo indeterminato;

          perché non si era fatto ricorso alla procedura di mobilità prevista dal contratto nazionale di categoria (articolo 23) per la copertura di posti mancanti, scivolando le apposite graduatorie dove molti lavoratori da anni aspettano di essere trasferiti, anziché aumentare il carico organico determinando così un'eccedenza nel numero degli operatori con conseguente danno finanziario per l'ente.

      La risposta fornita in Assemblea dal Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, per altro non addetto al ramo, era stata una non risposta, limitandosi, a nostro avviso, di fatto, a leggere ciò che la burocrazia della società aveva scritto e non riportando, fra l'altro, la verità.
      È questo uno dei motivi per i quali si chiede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta. Una società a totale capitale pubblico non può in ogni caso nascondere al Parlamento, o rifiutarsi di chiarire, i propri fatti gestionali di fronte a specifiche richieste.
      Inoltre, ai numerosi atti di sindacato ispettivo presentati presso la Commissione parlamentare di merito (trasporti, poste e telecomunicazioni) da parte di alcuni colleghi deputati, su un'ampia casistica di scandali e di malfunzionamenti della società, ad oggi non è stata data alcuna risposta.
      Fra i casi più eclatanti si citano l'inchiesta sulla posta prioritaria che portò alla luce uno scenario inquietante relativo ad assunzioni e a provvedimenti discutibili. La vicenda dell'arresto dell'allora responsabile della funzione di tutela aziendale,

signor XXXXX YYYY, per tangenti, la nomina di Stefano Grassi, subentrato nella direzione della suddetta struttura – dopo aver abbandonato anzitempo il Corpo della guardia di finanza con motivazioni non chiare – e da ultimo, ma solo in ordine temporale, gli inquietanti legami tra criminalità organizzata e funzionari della società che parrebbero emergere dall'operazione Tibet, condotta dalla squadra mobile di Milano il 4 marzo 2014, nonché la vicenda conseguente all'operazione lost pay condotta dal gruppo del Corpo della guardia di finanza di Palermo il 19 marzo 2013.
      Tale ultima vicenda, come si legge nel comunicato della procura della Repubblica di Palermo, che ha interessato alcuni operatori postali privati e alcuni uffici postali, ha evidenziato come, in un arco temporale ristretto, sarebbero stati versati sul conto corrente di uno degli indagati almeno 30 milioni di euro in omissione di ogni adempimento di legge previsto dalla normativa antiriciclaggio. Risulta, infatti, che alcuni direttori di uffici postali abbiamo omesso le segnalazioni di operazioni sospette. L'inchiesta della procura tende, fra l'altro, ad accertare connivenze proprio all'interno della società che pare abbiano, di fatto, consentito l'illecito accertato. Contribuisce, inoltre, ad addensare interrogativi sul ruolo della società nel trattamento da essa riservato a quei dipendenti che, seguendo le disposizioni impartite dall'autorità inquirente, hanno contribuito all'indagine per poi vedersi destituiti dalle loro funzioni con provvedimento del 23 marzo 2013 e destinati alla totale inoperosità. Anche la Corte dei conti, nella relazione sul bilancio 2012, ha evidenziato criticità nella conduzione della società con riferimento, fra l'altro, agli aspetti di conformità normativa e a quelli afferenti la normativa antiriciclaggio.
      Solleva, infine, perplessità l'atteggiamento della società in merito all'osservanza di altre norme di legge, in particolare la legge n. 241 del 1990, in materia di accesso agli atti e di trasparenza amministrativa: numerosi, infatti, sono i giudizi in merito proposti contro la società davanti ai tribunali amministrativi regionali e al Consiglio di Stato, le cui pronunce, tra l'altro, spesso non sono state eseguite, come denunciato con atti di sindacato ispettivo tutti rimasti privi di riscontro. Perché tanta segretazione degli atti?
      L'annuncio dello stesso amministratore delegato della società che con la nuova riorganizzazione la stessa società assumerà altre ottomila unità, ci allieta. Non siamo altrettanto lieti, invece, di sapere che la gestione di tutto ciò potrebbe essere ancora una volta nelle mani di coloro che in questi anni hanno usato la struttura pubblica per interessi personali. Anche per questo pensiamo sia necessario istituire al più presto una Commissione parlamentare di inchiesta che proceda alle indagini e all’«operazione verità» da tanti auspicate. Siamo consapevoli che è compito della politica, e quindi del Parlamento, prima ancora che della magistratura, fare luce su fatti e sui misfatti e rendere conto ai cittadini con trasparenza e correttezza di una fase di gestione tanto oscura di questa importante società di Stato, presupposto necessario per un vero e reale cambiamento che deve senz'altro concretizzarsi anche attraverso uomini nuovi e metodi nuovi. Solo allora il «cambiamento» tanto sbandierato dal Governo risulterà veramente credibile per l'opinione pubblica.
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PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
(Istituzione e compiti).

      1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dell'interesse aziendale, sul rispetto delle norme antiriciclaggio, sull'assunzione di personale e sulla gestione delle risorse umane presso la società Poste italiane Spa di seguito denominata «Commissione», con il compito di:

          a) verificare il numero di dipendenti che sono stati assunti tramite agenzie di lavoro interinale negli ultimi dieci anni presso la società Poste italiane Spa;

          b) accertare l'eventuale danno finanziario causato dalle assunzioni dirette e indirette presso la società Poste italiane Spa e se sono stati rispettati le norme contrattuali e i processi di mobilità;

          c) verificare l'eventuale coinvolgimento di dirigenti della società Poste italiane Spa in pratiche irregolari nelle assunzioni a tempo determinato e a tempo indeterminato e, in generale, nella gestione delle risorse umane, presso la medesima società nonché nelle società o aziende a essa collegate;

          d) accertare l'eventuale coinvolgimento di dirigenti preposti alla funzione di tutela aziendale presso la società Poste italiane Spa nelle vicende di cui alla lettera c);

          e) accertare eventuali episodi di illecita gestione clientelare nell'ambito delle vicende emerse dall'operazione denominata «lost pay», del 19 marzo 2013, condotta dal comando provinciale del Corpo della guardia di finanza di Palermo, individuandone le cause e le eventuali responsabilità;

          f) verificare le iniziative messe in atto dalla società Poste italiane Spa a seguito della vicenda «lost pay» e individuare le eventuali criticità nell'organizzazione della società medesima al fine di prevenire situazioni simili;

          g) accertare che non vi siano state violazioni di legge nel trattamento del personale dipendente della società Poste italiane Spa che, direttamente o indirettamente, abbia collaborato alle indagini relative all'operazione «lost pay».

Art. 2.
(Composizione e durata).

      1. La Commissione è composta da venti senatori e da venti deputati nominati, rispettivamente, dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione alla consistenza dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo costituito in almeno un ramo del Parlamento.
      2. Il Presidente del Senato della Repubblica e il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei componenti, convocano la Commissione per la costituzione dell'ufficio di presidenza.
      3. Il presidente della Commissione è scelto di comune accordo dai Presidenti delle Camere tra i componenti della Commissione.
      4. La Commissione elegge al proprio interno due vicepresidenti e due segretari.
      5. Per l'elezione, rispettivamente, dei due vicepresidenti e dei due segretari, ciascun componente della Commissione scrive sulla propria scheda un solo nome. Sono eletti coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto il componente con maggiore anzianità parlamentare e, tra deputati e senatori di pari anzianità parlamentare, il senatore più anziano di età.
      6. La Commissione conclude i suoi lavori entro sei mesi dal suo insediamento.


      7. La Commissione, entro sessanta giorni dalla conclusione dei propri lavori e comunque ogni qualvolta lo ritenga necessario, riferisce alle Camere sui risultati della propria attività.
Art. 3.
(Poteri e limiti).

      1. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.
      2. Ferme restando le competenze dell'autorità giudiziaria, per le audizioni a testimonianza derivanti alla Commissione si applicano le disposizioni degli articoli da 366 a 371 e da 372 a 384 del codice penale.
      3. La Commissione può ottenere, anche in deroga al divieto stabilito dall'articolo 329 del codice di procedura penale, copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari. L'autorità giudiziaria può trasmettere le copie di atti e documenti di propria iniziativa.
      4. L'autorità giudiziaria provvede tempestivamente e può ritardare la trasmissione di copia di atti e documenti richiesti con decreto motivato solo per ragioni di natura istruttoria. Il decreto ha efficacia per sei mesi e può essere rinnovato. Quando tali ragioni vengono meno, l'autorità giudiziaria provvede senza ritardo e trasmettere quanto richiesto. Il decreto non può essere rinnovato o aver efficacia oltre la chiusura delle indagini preliminari.
      5. La Commissione può ottenere, da parte degli organi e degli uffici della pubblica amministrazione, copie di atti e

documenti da essi custoditi, prodotti o comunque acquisiti sui fatti che sono oggetto dell'inchiesta.
      6. La Commissione può chiedere alla Banca d'Italia e alla Commissione nazionale per le società e la borsa informazioni relative alle attività svolte e alle informazioni acquisite sui fatti che sono oggetto dell'inchiesta. Può altresì ottenere la documentazione prodotta dalle società di revisione contabile sui medesimi fatti.
      7. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza degli atti, dei documenti e delle informazioni trasmessi ai sensi dell'articolo fino a quando essi siano coperti da segreto secondo la rispettiva disciplina.
      8. La Commissione stabilisce quali ulteriori atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Sono in ogni caso coperti dal segreto gli atti, le assunzioni testimoniali e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari e fino al termine delle stesse.
Art. 4.
(Segreto).

      1. La Commissione, quando lo ritenga opportuno, può riunirsi in seduta segreta.
      2. I componenti della Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione e compie o concorre a compiere atti di inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio, sono obbligati al segreto.
      3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la violazione del segreto di cui al comma 1, nonché la diffusione, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali è vietata la divulgazione, sono punite ai sensi dell'articolo 326 del codice penale.

Art. 5.
(Organizzazione interna).

      1. L'attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione stessa prima dell'inizio dei lavori. Ciascun componente può proporre la modifica delle norme regolamentari.
      2. La Commissione può organizzare i propri lavori anche attraverso uno o più comitati, secondo le disposizioni di cui al comma 1.
      3. La Commissione può avvalersi dell'opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie di soggetti interni ed esterni all'amministrazione dello Stato autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò dei deputati e dai Ministeri competenti.
      4. Per lo svolgimento delle sue funzioni la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, d'intesa tra loro.
      5. Le spese per il funzionamento della Commissione, nel limite annuo di 50.000 euro, sono poste per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica e per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.