• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.9/01749/008 in sede di discussione del disegno di legge in oggetto, recante "Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU", premesso...



Atto Senato

Ordine del Giorno 9/1749/8 presentato da FRANCESCO SCOMA
mercoledì 25 febbraio 2015, seduta n. 399

Il Senato,
in sede di discussione del disegno di legge in oggetto, recante "Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU",
premesso che:
con il decreto-legge in oggetto vengono ridefiniti i parametri di esenzione dall'IMU per i terreni montani e viene mutato il criterio di individuazione dei terreni esenti;
come si legge nella nota di lettura, l'applicazione dei nuovi criteri di esenzione comporta, a regime dal 2015, una ridefinizione del recupero precedentemente previsto, che viene ora stimato in circa 268,7 milioni di euro come risulta dall'elenco A allegato al presente provvedimento, con un minor recupero complessivo annuo dal 2015, rispetto al precedente provvedimento, di circa 91 milioni di euro;
per quanto riguarda l'anno 2014, tenuto conto che per l'anno 2014 viene prevista l'applicazione dei nuovi criteri di cui al comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge, con l'attivazione però di una "clausola di salvaguardia" (di cui al comma 4) a favore dei contribuenti i cui terreni risultano esenti in virtù del D.M. 28 novembre 2014 e imponibili secondo i criteri di cui al comma 1, occorre procedere a variazioni compensative di risorse a favore dei comuni per un importo complessivamente stimato in circa 128,8 milioni di euro, come indicato nell'allegato C al presente provvedimento. Tali integrazioni di risorse compensano i comuni per le differenze di gettito imputabili al cambio di normativa dal decreto del 28 novembre 2014 ai criteri indicati nel presente articolo, tenendo conto anche dell'applicazione del comma 4 secondo cui, per il solo anno 2014, i contribuenti che sarebbero risultati esenti ai sensi del decreto ministeriale abrogato, ma soggetti all'IMU secondo la nuova normativa, non sono tenuti al versamento dell'imposta;
il decreto suddivide i Comuni in tre categorie: comuni totalmente montani, parzialmente montani e non montani, prevedendo: per i primi, l'esenzione dei terreni agricoli dal pagamento dell'IMU; per i secondi, l'assoggettamento dei terreni agricoli al pagamento dell'IMU, esclusi quelli posseduti in proprietà o in affitto da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola; per i comuni non montani, l'assoggettamento di tutti i terreni agricoli al pagamento dell'IMU;
risulta evidente l'irrazionalità dei parametri applicati ed è infatti su questo aspetto che il TAR del Lazio ha fondato la propria decisione di sospensiva;
far pagare l'IMU sui terreni in base all'altitudine in cui si trova la sede del comune introduce un'inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario;
le misure adottate aggraverebbero maggiormente il settore agricolo che già subisce i dannosi effetti della crisi e dell'improduttività;
la prima osservazione da mettere in rilievo è che "l'IMU va pagata dai proprietari, senza i requisiti di "coltivatori diretti" o "imprenditori agricoli professionali" iscritti alla previdenza agricola, anche per i terreni in stato di abbandono e non coltivati da cui non si ottiene alcun tipo di reddito. Questo è da tenere in considerazione in particolare per i proprietari che non hanno i requisiti di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali a causa del fallimento delle proprie attività agricole, per l'andamento negativo dei prezzi di mercato, per le avversità atmosferiche, per la mancanza di credito da parte degli istituti di credito etc.;
la seconda osservazione riguarda la fascia trasformata dei territori classificati Non Montani, in quanto ricadenti a quota sul livello del mare da mt. O a mt. 300. Questa è la fascia trasformata di molte provincie intensamente coltivate a primaticci in ambiente protetto, orticole da pieno campo a rotazione intensiva, agrumeti e frutteti, attività agricole tutte condotte da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola, che debbono pagare l'IMU nonostante la profonda crisi in cui versa l'agricoltura, in particolare della fascia trasformata;
la terza osservazione riguarda il palliativo per le zone non montane condotte da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola, i quali pagano con la seguente aliquota: Rendita Catastale x 1,25 x 75 x l'aliquota comunale;
la quarta osservazione riguarda infine quegli imprenditori agricoli che pur avendo la partita IVA non sono iscritti "coltivatori diretti" o "imprenditori agricoli professionali" e non sono iscritti alla previdenza agricola, i quali offrono occupazione investendo in agricoltura, pur essendo coscienti dello stato di crisi in cui versa l'agricoltura, i cui conteggi dell'IMU vengono operati come segue: Rendita Catastale x 1,50 x 135 x l'aliquota comunale;
considerato che:
il pagamento correlato all'altezza in cui è ubicato un comune, produce risultati paradossali per alcune province i cui effetti della nuova tassa andranno a colpire il motore trainante dell'economia, nello specifico gli agricoltori che subiranno appunto una vera e propria tassa sul bene strumentale fondamentale: il terreno agricolo; secondo la Confederazione italiana agricoltori, il criterio altimetrico non può essere l'unico parametro di riferimento, senza prendere nella debita considerazione fattori economici e ambientali, a partire dai territori colpiti dagli effetti disastrosi del recente maltempo e del dissesto idrogeologico;
impegna il Governo:
ad assumere iniziative volte a modificare i criteri previsti dal decreto-legge in esame;
alla luce di quanto stabilito dal Tar del Lazio che ha sospeso il pagamento dell'IMU agricola per i comuni montani che scadeva il 26 gennaio, a fornire chiarimenti circa i futuri sviluppi normativi per la regolamentazione della materia a livello nazionale.
(numerazione resoconto Senato G1.5)
(9/1749/8)
SCOMA, GIBIINO, D'ALI'