• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00876 nel 2014, per l'assegnazione dei contratti di formazione delle scuole di specializzazione in medicina e chirurgia, è stata adottata la formula del concorso nazionale; con il decreto...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00876presentato daDE GIROLAMO Nunziatesto diMercoledì 4 marzo 2015, seduta n. 385

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
nel 2014, per l'assegnazione dei contratti di formazione delle scuole di specializzazione in medicina e chirurgia, è stata adottata la formula del concorso nazionale; con il decreto ministeriale 8 agosto 2014, n. 612, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 29 agosto 2014, n. 67, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca emanava il bando per l'ammissione alle scuole di specializzazione in medicina per l'anno accademico 2013/2014; il concorso ha visto coinvolti 11.600 candidati, distribuiti in 117 sedi e 442 aule, sottoposti ai quiz tra mercoledì 28 e venerdì 31 ottobre 2014; ogni prova comprendeva 70 domande di carattere generale, più 30 quesiti di macroarea e 10 per la specifica SSM;
nonostante la cura con cui è stato predisposto il concorso, si sono verificati dei problemi tecnici consistente nell'inversione di un blocco di domande tra due gruppi di partecipanti; i candidati interessati dall'errore tecnico che hanno affrontato le 30 domande presenti nei due blocchi invertiti sono stati circa 2923, 2.125 sono i concorrenti che hanno sostenuto soltanto le prove dell'area medica e 798 quelli che hanno sostenuto la prova inerente ai servizi clinici;
in prima istanza il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca aveva immediatamente predisposto che il 7 novembre 2014 venissero ripetuti i test e inviato le comunicazioni agli interessati tramite il sito riservato sul portale www.universitaly.it; successivamente nella serata del 3 novembre 2014 il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha riunito parte della commissione nazionale incaricata, questa estate, di validare le domande del quiz, che ha vagliato i quesiti proposti ai candidati per l'area medica (29 ottobre) e quella dei servizi clinici (31 ottobre) stabilendo che, sia per l'una che per l'altra area, 28 domande su 30 erano comunque valide ai fini della selezione;
il 6 novembre sono uscite le graduatorie le quali hanno generato, ulteriori polemiche: è stato segnalato da molti candidati che nel calcolo delle loro risposte positive e negative si è verificato una sorta di bug, nell'insieme del meccanismo di controllo. Ci si trova quindi davanti ad una concreta minaccia di ricorsi massicci dinanzi ai tribunali amministrativi regionali (TAR), sia per quel che riguarda la correttezza del complessivo procedimento, sia in relazione alla posizione che ciascuno studente occupa in graduatoria;
negli scorsi anni i ricorsi, ai vari TAR, dei candidati non ammessi hanno prodotto come risultato costante la riammissione nelle facoltà a numero chiuso di studenti precedentemente esclusi; la giurisprudenza dei TAR ha realizzato di fatto una serie di sanatorie;
nei casi di riammissione di studenti, tale giurisprudenza può incidere, sulla funzionalità delle varie colta, andando a modificare il corretto rapporto docenti studenti, ma non determina maggiori oneri di finanza pubblica;
nel caso in questione i TAR potrebbero riammettere in graduatoria degli specializzandi, vincolando il sistema a un esborso economico non previsto e soprattutto andando ad incidere sulla disponibilità di contratti di specializzazione per i candidati dei prossimi anni. Se in linea teorica fossero ammessi alla specializzazione tutti gli 11.600 candidati gli oneri assommerebbero a 281 milioni di euro a fronte di una copertura di 127 milioni;
peraltro, dal confronto internazionale rispetto ad altri Paesi dell'Unione europea, si rileva che in Germania su 8.400 laureati in medicina ogni anno tutti accedono ai corsi di formazione; in Francia ci sono più posti nelle scuole di specializzazione che laureati in medicina; in Spagna e Portogallo solo il 10 per cento dei laureati non accede alla formazione post-laurea; solo in Italia tale quota fino al decreto legge n. 90 del 2014 superava il 40 per cento, dei laureati, poi ridotta al 20 per cento occorre considerare, tuttavia, che tale decreto ha una portata limitata al solo 2015;
nei prossimi tre anni più di 58.000 tra medici dipendenti del servizio sanitario nazionale, universitari e specialisti ambulatoriali andranno in pensione e, attualmente, il numero dei contratti di formazione specialistica previsti dall'attuale programmazione sarà di 42 mila unità; la recente riforma delle scuole di specializzazione, pur positiva, potrebbe risultare insufficiente a garantire la necessaria copertura dei posti lasciati vacanti –:
quali iniziative di competenza intenda assumere, per evitare che l'impatto delle decisioni dei T.A.R. generino rilevanti e non quantificati effetti di finanza pubblica, e incidano sull'attività delle strutture sanitarie, in particolare gli ospedali, dove gli specializzandi svolgono un ruolo rilevante;
se non ritenga di fissare un principio in base al quale gli accessi alla specializzazione medica siano commisurati ai bisogni reali di salute del territorio.
(2-00876) «De Girolamo».