• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00330 con l'approvazione della legge finanziaria per il 2007 e a seguito dell'intesa in sede di Conferenza unificata del 26 settembre 2007, il nostro Paese ha dato l'avvio al «Piano straordinario di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00330presentato daNICCHI Marisatesto diMercoledì 12 giugno 2013, seduta n. 32

NICCHI, PIAZZONI e AIELLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
con l'approvazione della legge finanziaria per il 2007 e a seguito dell'intesa in sede di Conferenza unificata del 26 settembre 2007, il nostro Paese ha dato l'avvio al «Piano straordinario di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia», per conseguire entro il 2010 l'obiettivo comune europeo della copertura territoriale del 33 per cento per la fornitura di servizi per l'infanzia (bambini al di sotto dei tre anni), come fissato dall'Agenzia di Lisbona;
il «Piano straordinario» ha indubbiamente sostenuto lo sviluppo delle politiche di diffusione dei servizi educativi per la prima infanzia dopo una prolungata fase di stallo delle politiche nazionali (ricordiamo che la legge istitutiva degli «asili nido» è la 1044/1971);
con la successiva intesa in sede di Conferenza unificata del 7 ottobre 2010, veniva destinata una quota del Fondo per le politiche della famiglia per rafforzare il sostegno allo sviluppo del sistema integrato dei servizi per la prima infanzia; definendo le finalità e i criteri di ripartizione delle risorse, e la necessità di monitorare il suddetto Piano di sviluppo dei servizi educativi per la prima infanzia;
la rete dei servizi educativi per bambini 0-3 anni, soffre di pesanti disomogeneità territoriali, alle quali il Piano avviato nel 2007 avrebbe dovuto dare una risposta risolutiva;
ancora oggi i tassi di accoglienza dei nidi e dei servizi integrativi per la prima infanzia rimangono bassi (18,9 per cento), con qualche eccezione per alcune regioni del Centro-Nord;
il rapporto 2011 relativo al «monitoraggio del Piano di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia», curato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e dal dipartimento per le politiche della famiglia, ci ricorda «la netta spaccatura tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, con regioni come l'Umbria, l'Emilia Romagna e la Toscana che raggiungono rispettivamente tassi di accoglienza pari al 31,9 per cento, 31,5 per cento, e 30,1 per cento e altre regioni come la Sicilia, la Calabria e l'Abruzzo che registrano rispettivamente tassi di accoglienza pari al 4,9 per cento, 6,2 per cento, 6,9 per cento»;
lo stato dei servizi per l'infanzia nelle regioni meridionali, inoltre, continua inoltre a rappresentare una delle più evidenti cause indirette che concorrono ad aggravare il basso tasso di natalità e dell'occupazione femminile;
il 19 aprile 2012 è stata sancita, in sede di Conferenza unificata, una intesa sull'utilizzo di risorse da destinarsi al finanziamento di servizi socio educativi per la prima infanzia in favore degli anziani e della famiglia che ha stabilito i criteri di ripartizione delle risorse disponibili a valere sui capitoli di pertinenza delle Politiche della famiglia del bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei ministri, per complessivi 45 milioni di euro, da destinarsi sia al finanziamento di servizi socio educativi per la prima infanzia che ad azioni in favore degli anziani e della famiglia, dove le regioni concorreranno ai finanziamenti secondo le rispettive disponibilità;
le suddette risorse dovranno ora essere ripartite con l'indicazione dei servizi socio educativi e le azioni da finanziare in favore degli anziani e della famiglia;
riguardo alle risorse complessive, il suddetto rapporto 2011 relativo al «monitoraggio del Piano di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia» sottolinea come «la limitatezza delle risorse finanziarie, l'incertezza e i ritardi della loro assegnazione pregiudicano gravemente la continuità del servizio» –:
se non si ritenga indispensabile, di concerto con le regioni, rafforzare sia in termini di incremento quantitativo che di crescita qualitativa, le politiche a favore dei servizi socioeducativi per la prima infanzia, attraverso la previsione di maggiori e più adeguate risorse finanziarie ad essi dedicate, con particolare attenzione alla riduzione delle attuali forti disomogeneità territoriali nell'offerta di detti servizi. (5-00330)