• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/08366 l'istruzione tecnica ha contribuito al boom economico dell'Italia, dotando il sistema produttivo di competenze qualificate attraverso periti industriali, geometri e ragionieri; l'Italia...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08366presentato daGELMINI Mariastellatesto diMercoledì 11 marzo 2015, seduta n. 389

GELMINI e CENTEMERO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
l'istruzione tecnica ha contribuito al boom economico dell'Italia, dotando il sistema produttivo di competenze qualificate attraverso periti industriali, geometri e ragionieri;
l'Italia è il secondo Paese manifatturiero dopo la Germania, anche grazie all'iniziativa imprenditoriale e alle competenze dei nostri diplomati nel sistema dell'istruzione tecnica;
secondo un'elaborazione di Confindustria, dal 1990 ad oggi, gli iscritti agli istituti tecnici sono passati dal 45 per cento all'attuale 33,5 per cento, un trend confermato anche dalle iscrizioni per l'anno scolastico 2015/16, in cui gli Istituti Tecnici hanno raccolto il 30,5 per cento degli iscritti ovvero meno 0,3 per cento rispetto agli iscritti alle classi prime dello scorso anno che erano pari al 30,8 per cento;
secondo i dati del sistema informativo Excelsior, è in atto una «emergenza tecnica» perché le imprese non riescono a trovare sul mercato i tecnici di cui hanno bisogno: da un punto di vista quantitativo, sono sempre più rari i tecnici che è possibile reperire sul mercato, ma anche da un punto di vista qualitativo le imprese non trovano le competenze tecniche di cui hanno bisogno;
sempre secondo il rapporto Excelsior, nell'ambito delle assunzioni previste per il 2014, 62.830 erano rappresentate da professioni tecniche e nel primo trimestre del 2015 si stima una richiesta di 20.080 unità della categoria «professioni tecniche»;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 88 del 2010 emanato ai sensi del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, ha disciplinato il riordino degli istituti tecnici per potenziarli e innovarli rispetto alle mutate esigenze del contesto economico e produttivo;
con la predetta riorganizzazione sono stati potenziati gli istituti tecnici a partire dalle classi prime dell'anno scolastico 2010-2011 in relazione al profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione dei percorsi del secondo ciclo di istruzione e formazione;
l'identità degli istituti tecnici si caratterizza per una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell'Unione europea, costruita attraverso lo studio, l'approfondimento e l'applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico;
l'organizzazione degli istituti tecnici prevede l'articolazione in indirizzi, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese, con l'obiettivo di far acquisire agli studenti, saperi e competenze necessari per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per l'accesso all'università e all'istruzione e formazione tecnica superiore;
si rischia un depauperamento del patrimonio tecnico italiano, con conseguenze sul primato italiano nel settore produttivo e manifatturiero;
nell'atto di indirizzo concernente le priorità politiche per l'anno 2015 del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, la priorità politica n. 7 si propone di «Aumentare il numero di studenti della scuola secondaria che – a partire dall'istruzione tecnica — hanno accesso ad esperienze significative di alternanza tra scuola e lavoro»;
i percorsi di istruzione tecnica hanno dimostrato di essere in grado di garantire percorsi di alternanza scuola/lavoro di qualità;
nelle intenzioni dello stesso Ministero si riconosce un ruolo fondamentale all'istruzione tecnica anche con riferimento alla realizzazione dell'alternanza scuola/lavoro. Infatti, nel predetto atto si dice: «Il Ministero sosterrà con grande convinzione l'apprendistato, i tirocini formativi presso le aziende e l'alternanza scuola-lavoro con durata significativa per ciascun anno scolastico in istituti tecnici e professionali»;
nel predetto atto di indirizzo, tra le 24 priorità individuate dal Ministro, non si fa alcun riferimento al potenziamento della qualità e della reputazione dell'istruzione tecnica;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 98 dell'11 febbraio 2014, di riorganizzazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha previsto la soppressione della direzione generale all'istruzione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle regioni, che prima aveva un'organizzazione autonoma, facendo confluire le funzioni in materia di ordinamenti dei percorsi degli istituti tecnici superiori (ITS) e indirizzi per i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e per i poli tecnico-professionali, nella direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione;
la materia della istruzione tecnica viene assimilata alle altre, venendo così a mancare un ufficio dirigenziale di livello generale preposto alla gestione e organizzazione dell'istruzione tecnica;
l'individuazione di una struttura dedicata è necessaria per le peculiarità del sistema di istruzione tecnica, con precipue caratteristiche non assimilabili a quelle degli altri ordinamenti;
in Paesi quali la Spagna, la Francia, la Germania, la Svezia e la Finlandia, percorsi di istruzione tecnica assimilabili agli istituti tecnici fanno registrare significativi risultati in termini formativi e occupazionali, viene prevista una struttura centrale dedicata con funzioni di «cabina di regia» per il potenziamento dell'offerta formativa degli istituti tecnici e la loro valorizzazione;
nelle comunicazioni alla Commissione VII del Senato sulle linee programmatiche del dicastero, il Ministro, il 27 marzo 2014, ha preannunciato l'istituzione di una struttura interdipartimentale in grado di lavorare con le scuole e in sinergia con le principali associazioni degli imprenditori per arrivare a una profonda revisione degli istituti tecnici e a una ulteriore valorizzazione degli istituti tecnici superiori (ITS), migliorandone attrattiva e qualità anche attraverso la creazione di poli tecnico-professionali;
ad oggi non è stata ancora istituita la struttura interdipartimentale;
l'articolo 7, comma 3, del su richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 88 del 2010 che ha modificato l'ordinamento degli istituti tecnici ha previsto che ogni tre anni il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca trasmetta al Parlamento un rapporto dal quale emergano i risultati dei percorsi IT;
fino ad oggi il predetto rapporto non è mai stato presentato al Parlamento;
non sono stati quindi resi noti i risultati del monitoraggio e della valutazione dei percorsi degli IT, previsti dalla normativa –:
se non ritengano opportuno valorizzare il patrimonio tecnico che ha consentito l'espansione economica del nostro Paese;
se non ritengano necessario potenziare le attività di orientamento al termine del primo ciclo di istruzione in modo tale da incentivare l'iscrizione verso l'istruzione tecnica, tenuto soprattutto conto delle maggiori, immediate possibilità occupazionali che tale indirizzo di studi può consentire;
se non ritengano necessario investire sul sistema degli istituti tecnici al fine di ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in un momento di crisi economica e occupazionale quale quello attuale;
se non reputino strategici i percorsi degli istituti tecnici al fine di rispondere alle esigenze del mondo imprenditoriale che lamenta una penuria di tecnici da inserire nelle aziende;
quali risultati abbia dato l'alternanza scuola-lavoro, così come concepita finora, in termini di inserimento nel modo del lavoro;
quali iniziative intendano assumere per rafforzare il sistema degli istituti tecnici, anche ai fini dell'alternanza scuola/lavoro individuata tra le priorità delle azioni del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dell'Esecutivo;
quali siano le ragioni per le quali a distanza di quasi un anno dalla presentazione al Parlamento delle linee programmatiche del dicastero, la struttura interdipartimentale dedicata all'istruzione tecnica non sia ancora stata costituita privando il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di una «cabina di regia» per la transizione scuola-lavoro, la cultura tecnica e il rapporto con le imprese e le regioni;
quali iniziative intendano intraprendere per ottemperare agli obblighi di legge, e fornire una risultanza delle valutazioni effettuate sui percorsi degli istituti tecnici, che vedranno quest'anno i primi diplomati;
quali iniziative intendano promuovere al fine di garantire una maggiore efficacia degli interventi relativi agli istituti tecnici, anche in riferimento all'articolazione funzionale del Ministero. (4-08366)