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Atto a cui si riferisce:
C.5/00330 con l'approvazione della legge finanziaria per il 2007 e a seguito dell'intesa in sede di Conferenza unificata del 26 settembre 2007, il nostro Paese ha dato l'avvio al «Piano straordinario di...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00330

Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Nicchi inerente le politiche a favore dei servizi socio educativi per la prima infanzia.
Al riguardo mi preme riepilogare tutte le misure previste dal Governo in materia, e le risorse impiegate per la loro realizzazione, che testimoniano la particolare attenzione riservata alle politiche in favore dei servizi socio educativi per la prima infanzia.
Mi riferisco, in primo luogo, alla creazione del Sistema Informativo Nazionale sui servizi Socio Educativi per la prima infanzia (S.I.N.S.E.), che consente di disporre di informazioni sulle prestazioni erogate dalle singole unità di offerta, pubbliche e private, presenti sul territorio in materia di servizi socio educativi della prima infanzia.
La creazione di tale progetto sperimentale mira anche allo sviluppo e potenziamento a livello regionale di sistemi informativi appropriati utili al fine della programmazione degli interventi, a loro monitoraggio e alla loro valutazione.
Per la realizzazione del progetto, avviato con il Protocollo d'Intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia – il Ministero che rappresento, l'ISTAT e la regione Emilia-Romagna, sono stati stanziati 400 mila euro.
In secondo luogo, il Piano di azione e coesione (PAC), gestito dal Ministro per la coesione territoriale, è stato avviato, d'intesa con la Commissione Europea, per accelerare l'attuazione di programmi finalizzati a favorire la coesione tra le regioni dell'Unione europea riducendo le disparità esistenti.
Il Piano ha una durata triennale, dal 2013 al 2015, e la sua attuazione è stata affidata al Ministero dell'interno, individuato come autorità di gestione responsabile.
Le risorse stanziate sono destinate alle quattro regioni ricomprese nell'obiettivo europeo «Convergenza», ossia la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia.
La strategia che contraddistingue il programma è quella di mettere in campo un intervento aggiuntivo rispetto alle risorse già disponibili per ridurre l'attuale divario d'offerta dei servizi di cura alle persone rispetto al resto del Paese.
Di conseguenza, i beneficiari naturali del programma sono i comuni, in quanto soggetti responsabili dell'erogazione dei servizi di cura sul territorio. Essi potranno avere accesso alle risorse una volta soddisfatti i requisiti organizzativi e progettuali richiesti dai piani territoriali di riparto.
Gli obiettivi strategici del PAC concernenti l'ambito dei servizi di cura all'infanzia sono i seguenti:
aumento strutturale dell'offerta dei Servizi (asili nido pubblici o convenzionati; servizi integrativi e innovativi), pari ad un target 12 per cento di copertura nel 2015;
estensione della copertura territoriale nelle aree ad oggi sprovviste di strutture e servizi;
sostegno alla domanda, sostenibilità livelli di servizio e accelerazione start up di nuove strutture;
miglioramento di qualità e gestione dei servizi socio educativi (promozione del progetto educativo; iniziative pilota in aree di disagio; supporto all'innovazione amministrativa e studi e ricerca-azione).

La dotazione finanziaria complessiva è di 730 milioni di euro, dei quali 400 milioni sono stati previsti per lo sviluppo dei servizi di cura all'infanzia mentre i restanti 330 milioni per lo sviluppo dei servizi di cura alle persone anziane non autosufficienti. All'interno delle risorse totali sono incluse anche le risorse di assistenza tecnica destinate al funzionamento del Programma.
Le risorse vengono ripartite secondo piani regionali di intervento tra gli Ambiti territoriali per la programmazione sociale, ovvero aggregazioni di comuni, di norma coincidenti con i confini dei distretti sociosanitari o ad essi riconducibili, e legati generalmente da rapporti di convenzione, che assumono denominazioni e funzioni diverse a seconda della normativa regionale di attuazione. Tali soggetti sono identificati come i principali beneficiari del Programma stesso, in quanto organismi già formalmente competenti per la programmazione e organizzazione dei servizi per l'infanzia, ovvero come organismi necessari per il coordinamento per l'accesso al Programma laddove la pratica della programmazione d'ambito per tali servizi non sia ancora in essere e dove l'accordo tra i comuni partecipanti potrà essere formalizzato mediante Conferenza di servizi.
Le risorse saranno distribuite tra le quattro regioni della Convergenza, applicando la formula di riparto utilizzata per i Fondi strutturali europei 2007-2013.
Il primo riparto impegna 120 dei 400 milioni di euro complessivamente assegnati dal PAC ai servizi per l'infanzia e sono state così distribuite tra le regioni dell'obiettivo «Convergenza»:
a) alla Calabria, sono stati assegnati circa 17 milioni di euro;
b) alla Campania sono stati assegnati circa 38 milioni e mezzo di euro;
c) alla Puglia sono stati assegnati circa 29 milioni di euro;
d) alla Sicilia sono stati assegnati circa 38 milioni e mezzo di euro.

Ogni ambito territoriale dovrà, inoltre, impegnarsi per l'attivazione di flussi informativi secondo le modalità definite nell'ambito del richiamato Sistema Informativo Nazionale sui Servizi Socio-Educativi per la prima infanzia.
In terzo luogo, nell'ambito della Programmazione dei Fondi Comunitari 2014-2020, parte dei fondi previsti saranno destinati al conseguimento dell'obiettivo tematico 9, denominato «Inclusione Sociale e lotta alla povertà (promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà)».
In particolare per l'area infanzia i risultati attesi sono: aumento/consolidamento/qualificazione dei servizi di cura socio-educativi rivolti ai minori.
Gli obiettivi specifici sono:
1) Potenziare la rete infrastrutturale di servizi socio educativi per la prima infanzia e per i minori (FESR) con le seguenti azioni:
finanziamento di piani di investimento per i comuni associati per realizzare nuove infrastrutture o recuperare quelle esistenti (asili nido, centri ludici, servizi integrativi prima infanzia, ludoteche e centri diurni per minori, comunità socio-educative) conformi alle normative regionali di riferimento;
regimi di aiuto (de minimis/in esenzione) per sostenere gli investimenti nelle strutture di servizi educativi (anche delle imprese sociali e delle organizzazioni del terzo settore);
promozione della domanda di servizi di qualità per la prima infanzia e per i minori.
2) Favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro (FSE) con la seguente azione:
implementazione di buoni servizio (anche in ottica di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, per favorire l'accesso dei nuclei familiari alla rete dei servizi socio-educativi e a ciclo diurno e per favorire l'incremento di qualità dei servizi sia in termini di prestazioni erogate che di estensione delle fasce orarie e di integrazione della filiera).
3) Sviluppare modelli gestionali dei servizi per la prima infanzia innovativi, flessibili ed economicamente sostenibili ad integrazione dei servizi educativi e di cura per la prima infanzia tradizionali, nel rispetto degli standard socio-educativi; aumento i servizi e i programmi di supporto alla genitorialità (FSE) con le seguenti azioni:
nidi familiari, spazi gioco, centri per bambini e genitori, micronidi a orario ridotto;
nuove forme di erogazione flessibile dei servizi per la prima infanzia in termini di orario giornaliero, di utilizzo settimanale o mensile, o nei fine settimana, nei periodi festivi o estivi;
nuove forme di fruizione economicamente sostenibili, ad esempio servizi part-time flessibile, a pacchetto orario.
4) Aumento dei servizi e dei programmi di supporto alla genitorialità (FSE) con le seguenti azioni:
finanziamento di azioni integrate per il supporto della genitorialità e il sostegno alla natalità e regimi di aiuto/supporto alle famiglie;
sostegno alla messa a disposizione di strumenti per l'attuazione della conciliazione vita-lavoro (es. postazioni per il telelavoro);
sperimentazione di modelli innovativi per la prevenzione dell'allontanamento dei minori.

Nel far presente che la programmazione dei Fondi Comunitari 2014 -2020 è in fase di ultimazione, segnalo che il documento finale (Accordo di Partenariato) è stato definito con il concorso dei soggetti istituzionali (Stato, Regioni, Enti locali) e dei principali stakeholders.
Per completezza d'informazione evidenzio che la legge n. 285 del 1997 promuove all'articolo 5 l'innovazione e la sperimentazione di servizi socio educativi della prima infanzia anche attraverso l'attivazione di servizi con caratteristiche educative, ludiche e di aggregazione sociale per bambini di età 0-3 che prevedono la presenza di genitori, familiari o adulti che quotidianamente si occupano della loro cura, organizzati secondo criteri di flessibilità. Dal 2008 al 2011 risultano essere stati realizzati 110 progetti.