• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01751 ZANONI, TONINI, MARCUCCI, VERDUCCI, FINOCCHIARO, FORNARO - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01751 presentata da MAGDA ANGELA ZANONI
mercoledì 11 marzo 2015, seduta n.407

ZANONI, TONINI, MARCUCCI, VERDUCCI, FINOCCHIARO, FORNARO - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:

il video della distruzione del museo di Mosul, inserito on line da membri dell'Isis giovedì 26 febbraio 2015, è uno dei molti affronti ostentati dal califfato all'Occidente;

dopo i genocidi e le vessazioni perpetrati contro minoranze religiose (sciiti di rito shabak, cristiani e yazidi, eccetera), le uccisioni di dissidenti politici, omosessuali (gettati da alcune torri di Mosul) e di chiunque violi, secondo i miliziani dell'Isis, la sharia (legge islamica), l'Isis distrugge il patrimonio dell'umanità. L'obiettivo è l'eliminazione della cultura e della memoria preesistente alla venuta dell'Islam, con una nuova pericolosa spinta iconoclasta;

l'eliminazione del patrimonio culturale, storico-artistico e archeologico iracheno era già avvenuta nei mesi scorsi con la distruzione della moschea di Giona a Ninive (moschea sciita costruita sul luogo della tomba del profeta), o la "chiesa Verde" di Tikrit (antica chiesa cristiana poi trasformata anch'essa in moschea) o ancora parte della cinta muraria dell'antica Ninive (su tale distruzione si hanno voci discordanti, ma è possibile che membri dell'Isis ne abbiano fatto saltare in aria almeno un piccolo tratto come atto dimostrativo);

il saccheggio del museo di Mosul ha visto la distruzione di numerosi reperti neoassiri e partici. I primi provengono principalmente dal sito di Ninive, riconoscibile nella seconda parte del video, dove uno dei militanti del califfato, dopo aver ripetuto che queste opere sono contro la sharia, si mostra intento con una sega circolare a sbriciolare uno dei lamassatu (grandi geni antropocefali conservati in numerosi musei del mondo) della porta di Nergal, una delle principali porte cittadine del sito. La prima parte del video, invece, mostra la cancellazione e distruzione tramite mazze e martelli pneumatici, in modo che nemmeno restauratori esperti, quali quelli italiani dell'Istituto superiore per la conservazione ed il restauro, possano mai più ricomporle, di statue provenienti dal sito di Hatra, sito partico a 60 chilometri da Mosul;

in questi giorni su molti giornali è stato detto che numerose statue erano delle copie in gesso, ma sfortunatamente ciò non è vero e solo poche di quelle inquadrate (una statua di Eracle e forse una grande aquila) non erano originali. Il lavoro degli archeologi di tutto il mondo e di numerose organizzazioni (Unesco) sta mettendo in luce sempre di più la drammatica perdita che è avvenuta a causa degli estremisti dell'Isis;

l'Italia in questo senso ha perso molto, visto che numerose università, quali Torino (missioni archeologiche a Hatra e Nimrud) in collaborazione con il centro scavi Torino, Roma, Udine (solo per citare le principali) erano o sono coinvolte in progetti in queste zone che, in alcuni casi, si sono interrotte a partire dal 2003 (guerra in Iraq) o negli anni successivi. Attualmente sono attive esclusivamente le missioni archeologiche nella regione autonoma del Kurdistan (ad esempio quella dell'università di Udine) o nel sud (università di Roma "La Sapienza", università di Torino);

il giorno 5 marzo 2015 venivano divulgate informazioni da parte del Governo iracheno sull'attacco con bulldozer all'antico centro di Nimrud (capitale assira); il 7 marzo quelle relative alla distruzione del sito di Hatra (centro partico) con esplosivi e bulldozer, sito, si ricorda, da cui proveniva una parte delle statue del museo di Mosul. L'8 marzo notizie non ufficiali, non ancora confermate, indicano una medesima sorte per l'altra capitale assira Khorsabad, centro di grandi dimensioni fondato da Sargon II d'Assiria;

considerato che:

l'Italia è stata sempre attenta al patrimonio culturale e archeologico dello Stato iracheno, anche per una spiccata sensibilità alla conservazione e valorizzazione dei siti storici;

nel museo di Baghdad, gli enti e gli operatori italiani (ad esempio il Centro nazionale del restauro) lavorano a stretto contatto con il personale locale. Alcune sale sono state curate e riallestite (come la sala assira) seguendo modelli museologici all'avanguardia, mentre altre richiederebbero nuovi progetti e proposte di riallestimento in sinergia con gli enti iracheni;

la riapertura del museo in questi giorni ha avuto un chiaro intento simbolico, volto a mostrare la resistenza dello Stato iracheno alla barbarie dell'Isis. Un lavoro di catalogazione dei reperti e di database on line seguendo lo standard dei più importanti musei mondiali (British museum di Londra, Louvre di Parigi, Metropolitan museum of art di New York) sarebbe necessario, sempre in stretto contatto con gli operatori museali locali, in modo da creare una documentazione resistente per preservare questo immenso patrimonio per il futuro,

si chiede di sapere:

quale sia la valutazione dei Ministri in indirizzo in ordine ai fatti rappresentati;

quali iniziative intendano intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, considerando tra l'altro la possibilità di intensificare gli aiuti allo Stato iracheno, nelle modalità espresse dallo stesso e in accordo con gli organismi internazionali e se intendano stanziare specifici aiuti per la difesa di questo patrimonio dell'umanità;

se il Governo si stia avvalendo o intenda avvalersi del nucleo tutela patrimonio artistico dell'Arma dei Carabinieri per valutare l'eventuale passaggio o compravendita di antichità fuoriuscite dal museo di Mosul o dall'Iraq. A tal fine, alcuni progetti, come il B.R.I.L.A (Bureau for investigating and recovering Iraqi looted antiquities) che fu sviluppato nel corso degli anni 2000-2003, potrebbero essere riproposti ed essere rafforzati, con l'intento di individuare i possibili reperti trafugati e inserirli in un database fruibile dai reparti dei vari Stati che si occupano del recupero di antichità;

se non ritenga utile creare una rete di coordinamento con i principali studiosi ed esperti delle università italiane e dei principali enti di ricerca;

se non sia necessario sensibilizzare l'opinione pubblica e lavorare in sinergia con enti quali l'Unesco e la sua direttrice I. Bokova, che in questi giorni ha condannato con fermezza la distruzione del museo di Mosul;

se non sia necessario promuovere e sviluppare progetti con il Ministero delle antichità irachene e il museo di Baghdad, in particolare per la creazione di una documentazione moderna e digitalizzata, valutando la possibilità di riallestire alcune sale, in un'ottica di investimento per la salvaguardia del patrimonio mondiale e di mostrare l'eccellenza nell'ambito del restauro e della pianificazione museale tipica del nostro Paese.

(3-01751)