• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00892 l'associazione Greenpeace nel suo rapporto «A come Ape. Un'agricoltura senza pesticidi è possibile» del maggio 2014, ha ricordato come la drastica riduzione delle popolazioni di api, è...



Atto Camera

Interpellanza 2-00892presentato daKRONBICHLER Floriantesto diGiovedì 12 marzo 2015, seduta n. 390

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
l'associazione Greenpeace nel suo rapporto «A come Ape. Un'agricoltura senza pesticidi è possibile» del maggio 2014, ha ricordato come la drastica riduzione delle popolazioni di api, è allarmante data la nostra dipendenza da questi insetti impollinatori che garantiscono sia la biodiversità naturale che la nostra sicurezza alimentare. In Europa per esempio, le api sono diminuite del 25 per cento tra il 1985 e il 2005;
studi scientifici hanno ormai dimostrato che l'agricoltura industriale, con l'uso sempre crescente di fertilizzanti, diserbanti, insetticidi, fortemente dipendente dalla chimica, è strettamente corresponsabile della riduzione sensibile delle api e dei servizi di impollinazione che questi insetti garantiscono ai nostri raccolti e alla flora selvatica;
l'utilizzo massiccio di prodotti chimici in agricoltura sta producendo anche nel nostro Paese uno spopolamento degli alveari, con pesanti conseguenze sugli habitat e sugli stessi produttori di miele, come denunciato dalle diverse associazioni nazionali degli apicoltori che hanno chiesto alle istituzioni di adottare efficaci misure, anche attraverso l'eliminazione dell'uso di tali sostanze;
il n. 7 di ottobre 2014, della rivista L'apicoltore italiano, ha riportato un'indagine effettuata nei territori del Nord-est del nostro Paese, circa il collegamento della moria di api e l'utilizzo di prodotti fitosanitari nei territori dove erano presenti le medesime api. Questo territori era interessato prevalentemente da colture di mais, meleti (38,7 per cento con localizzazione predominante nella provincia di Bolzano) e vigneti. I campioni di api risultati contaminati da almeno un principio attivo sono il 72,2 per cento;
nella suddetta indagine si legge inoltre che addirittura il 69,2 per cento dei campioni di api risulta contaminato da almeno due pesticidi, il 40,3 per cento da almeno tre, fino a un caso estremo (proveniente dal comune Verano-Vöran sopra Merano, Bolzano) nel quale i principi attivi rilevati nello stesso campione sono addirittura undici. Le api maggiormente contaminate tra quelle analizzate provengono soprattutto dai comuni della provincia di Bolzano;
la stessa Associazione apicoltori sudtirolesi, al suo congresso provinciale tenutosi a Bolzano l'8 marzo di quest'anno, ha ammesso il preoccupante nesso fra malattie e di seguito moria delle api e l'agricoltura intensiva col dispiego crescente di fertilizzanti industriali e pesticidi. Jens Pistorius, ricercatore al Julius-Kühn-Institut in Germania e relatore al congresso degli apicoltori sudtirolesi ha pure confermato la maggior gravità del fenomeno in zone del Trentino-Alto Adige, ove le monocolture delle mele sono particolarmente intensive e concentrate;
la popolazione di Malles-Venosta in provincia di Bolzano, con referendum tenutosi l'autunno scorso a cui ha partecipato il 70 percento degli aventi diritto (residenti dall'età di 16 anni in su), si è pronunciata al 75 percento per il bando dei pesticidi dal territorio comunale;
si ricorda che la «strategia europea per l'uso sostenibile dei pesticidi» (COM (2006) 372) è stata attuata con la direttiva comunitaria n. 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi. Detta direttiva è stata recepita dal nostro Paese con il decreto legislativo n. 150 del 2012; con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 22 gennaio 2014 è stato adottato il piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 150 del 2012;
va inoltre evidenziato come nel gennaio 2013, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato tre pareri sui rischi derivanti dall'esposizione ai tre insetticidi neonicotinoidi. L'Efsa ha esaminato effetti letali e sub-letali sulle api mellifere, concludendo che questi insetticidi determinano effetti acuti sulle api;
dal 1o dicembre 2013, i tre insetticidi neonicotinoidi, il thiamethoxam, l’imidacloprid e il clothianidin (prodotti da Bayer), sono parzialmente vietati per due anni nell'Unione europea per i comprovati effetti dannosi sulle api –:
se il Governo non intenda attivarsi in sede europea al fine di sostenere il bando permanente e totale dei tre pesticidi neonicotinoidi, principale causa della moria delle api;
se non si ritenga necessario assumere iniziative al fine di allargare l'estensione del bando a tutte le sostanze di sintesi chimica riconosciute dannose e letali per le api e gli insetti impollinatori;
se non si ritenga necessario avviare, anche attraverso mirati incentivi fiscali, una progressiva riduzione nell'uso dei pesticidi di sintesi (diserbanti, insetticidi e fungicidi) attraverso l'implementazione dell'agricoltura ecologica e lo sviluppo di pratiche ecologiche sostenibili;
se non intenda incentivare le amministrazioni pubbliche nonché associazioni di categoria (per esempio la Coldiretti e le varie leghe dei contadini) a seguire l'esempio del comune di Malles Venosta di cui in premessa, impegnandosi a rendere sempre meno gravato di pesticidi e sostanze nocive alla salute il loro territorio e i terreni agricoli;
se non si ritenga necessario sostenere con adeguate misure, iniziative che mirino ad arginare l'ulteriore propagazione delle monocolture intensive a favore di un'agricoltura diversificata più a misura d'uomo e degli animali.
(2-00892) «Kronbichler, Zaccagnini».