Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
C.3/01359 dalla stampa si apprende che è approdato negli asili di Trieste con un finanziamento della regione e la benedizione del comune, il gioco del gender, con il nome fuorviante di «gioco del...
Atto Camera
Interrogazione a risposta orale 3-01359presentato daPAGANO Alessandrotesto diGiovedì 12 marzo 2015, seduta n. 390
PAGANO. —
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
dalla stampa si apprende che è approdato negli asili di Trieste con un finanziamento della regione e la benedizione del comune, il gioco del gender, con il nome fuorviante di «gioco del rispetto»;
il gioco del rispetto viene presentato con finta trasparenza ai genitori, mediante generici avvisi affissi nelle bacheche, che introducono il tutto parlando di «sensibilizzazione contro la violenza sulle donne», come se un bambino di 4 o 5 anni potesse essere un mostro, picchiatore o stupratore;
nell'opuscolo informativo si legge che il «gioco» serve «a verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, a rilevare la presenza di stereotipi di genere e ad attuare un primo intervento che permetta loro di esplicitare e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini anche un punto di vista alternativo rispetto a quello tradizionale»;
sul sito che presenta il «gioco» adottato dal 2013 in 4 asili del Friuli-Venezia Giulia in maniera sperimentale si legge che «il rispetto di genere ha senso insegnarlo già ai bambini di 3 anni e che gli stereotipi si possono combattere, anzi, si devono combattere proprio a quell'età»;
alle proteste dei genitori, Fabiana Martini, che si firma come vicesindaca di Trieste, risponde difendendo a spada tratta «il gioco del rispetto», che è stato pure presentato al Ministro dell'istruzione Stefania Giannini, senza che però sia mai entrato a far parte del Piano formativo ufficiale;
la vicesindaca ha ribattuto alle critiche con un comunicato stampa sostenendo, che «il Gioco del rispetto è un progetto completamente estraneo al recente e controverso dibattito sul gender». Settanta maestre hanno adottato la contestata iniziativa ludico-didattica ed i genitori dovranno autorizzare i propri figli per iscritto;
tuttavia appare evidente che questa attività è stata posta in essere prima di prevedere una espressa autorizzazione dei genitori (in occasione della trasmissione dei mondiali di calcio 2014, taluni bambini che partecipavano al gioco domandavano ai genitori per quale ragione non stesse giocando nessuna femmina) e traendo in errore genitori con la genericità degli avvisi;
senza considerare le violazioni dei trattati internazionali che prevedono il rispetto del diritto dei genitori ad impartire ai figli l'educazione che ritengano più opportuna e i risvolti penali derivanti dalle modalità applicative, va sottolineato il comportamento inaccettabile e ad avviso dell'interrogante discriminatorio degli amministratori e dei docenti che, a quanto consta all'interrogante, non avrebbero imposto il gioco a bambini di famiglie musulmane o indù riservandolo solo a bambini di famiglie cristiane –:
quali provvedimenti intendano adottare i Ministri interrogati nei confronti degli amministratori e dei docenti, in relazione alle modalità applicative, non rese adeguatamente note ai genitori, del programma educativo semiclandestino, denominato: «gioco del rispetto». (3-01359)