• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/00355 gli eventi sismici di grande intensità che hanno coinvolto l'Italia negli ultimi anni hanno confermato gli allarmi diffusi sulla carenza di misure di prevenzione antisismica degli edifici nel...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00355presentato daREALACCI Ermetetesto diGiovedì 13 giugno 2013, seduta n. 33

REALACCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
gli eventi sismici di grande intensità che hanno coinvolto l'Italia negli ultimi anni hanno confermato gli allarmi diffusi sulla carenza di misure di prevenzione antisismica degli edifici nel nostro Paese;
nell'ambito dell'indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza sismica in Italia svolta nella passata legislatura dalla Commissione ambiente della Camera dei deputati in particolare durante le audizioni dei rappresentanti del Consiglio nazionale dei geologi, del Consiglio nazionale degli ingegneri, dell'ENEA e di alcune università, è stato ancora una volta ribadito come nel nostro Paese vi sia una gravissima situazione di scarsa sicurezza del patrimonio edilizio non solo privato, ma anche pubblico, che risulta di qualità scadente e lontano dagli indispensabili standard antisismici. Basti pensare, per limitarsi al patrimonio di edilizia scolastica, che: secondo il Consiglio nazionale dei geologi, 27.920 edifici scolastici sono ubicati in aree ad elevato rischio sismico (4.856 in Sicilia, 4.608 in Campania, 3.130 in Calabria, 2.864 in Toscana, 2.521 nel Lazio); secondo una ricerca di Legambiente, quasi il 60 per cento degli edifici scolastici è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica; secondo uno studio condotto il CRESME, il 49 per cento degli edifici scolastici italiani non possiede la certificazione di agibilità;
successivamente al terremoto del Molise e della Puglia del 2002, fu emanata l'ordinanza n. 3274 del Presidente del Consiglio dei ministri – emanata il 20 marzo 2003 e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'8 maggio 2003 – frutto della collaborazione dei massimi esperti italiani, in attuazione della normativa comunitaria, che, fra l'altro, dettava norme precise sia per la nuova mappatura sismica che per la definizione delle nuove regole tecniche per costruire nelle zone a rischio;
con riferimento al versante attuativo, tuttavia, va detto che:
se è vero che, sia pure con ritardo, si è giunti alla definizione di una nuova classificazione sismica del territorio (ogni comune è stato assegnato ad una delle 4 zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale) e che, dopo diversi rinvii, le nuove norme tecniche sulle costruzioni emanate con il decreto ministeriale 14 gennaio 2008 (che riunisce in un corpus normativo unitario la normativa tecnica relativa alle costruzioni civili) sono entrate in vigore a partire dal luglio 2009;
è altrettanto vero che a distanza di un decennio, resta ancora inattuata la disposizione prevista dall'articolo 2, comma 3, della citata ordinanza n. 3274 del 2003, la quale prevedeva «l'obbligo di procedere a verifica, da effettuarsi a cura dei rispettivi proprietari, sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso» e che ai sensi della medesima norma, si sarebbe dovuta attuare entro 5 anni;
di proroga in proroga, infatti, a partire dal 2008, il termine di attuazione di tale disposizione è stato «sistematicamente» spostato in avanti fino all'ultima proroga disposta dall'articolo 1, comma 421, della legge n. 228 del 2012 (legge di stabilità per il 2013) che ha differito i termini di attuazione della disposizione in questione al 31 marzo 2013;
lo scorso 15 maggio 2013 la VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, ha approvato all'unanimità la risoluzione conclusiva di dibattito n. 8-00001, che tra l'altro impegna il Governo: «ad assumere ogni iniziativa di competenza utile, anche nel quadro della revisione dei vincoli di bilancio e quindi del patto di stabilità, affinché sia consentito agli enti locali che abbiano risorse da investire, di realizzare interventi di [...] messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire dalle scuole e dagli ospedali, escludendo tali spese dal computo del patto di stabilità interno» –:
se il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri interrogati siano a conoscenza della questione e quale sia lo stato esatto di attuazione della disposizione prevista dall'articolo 2, comma 3, della ordinanza n. 3274 del 2003, al fine di dare piena attuazione alla citata norma, partendo dalla messa in sicurezza di scuole ed ospedali. (5-00355)