• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00360 in vista dell'inizio dell'anno scolastico 2013-2014 si stanno approntando, in molti comuni della regione Emilia Romagna, le graduatorie per l'accesso alle scuole dell'infanzia e primarie...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00360presentato daFABBRI Marilenatesto diLunedì 17 giugno 2013, seduta n. 34

FABBRI e ZAMPA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
in vista dell'inizio dell'anno scolastico 2013-2014 si stanno approntando, in molti comuni della regione Emilia Romagna, le graduatorie per l'accesso alle scuole dell'infanzia e primarie statali;
le prime ricognizioni effettuate nel rapporto tra popolazione scolastica/organico di diritto assegnato evidenziano, nella sola provincia di Bologna, una lista d'attesa di oltre 700 bambini per l'ammissione alle scuole materne statali e una forte richiesta non evasa di tempo pieno per le scuole primarie;
la recente riforma della scuola, e i tagli alla spesa di personale docente e non docente ha purtroppo, a parere degli interroganti, prodotto effetti deleteri per quanto riguarda la qualità della scuola stessa e la prosecuzione del tempo pieno. Si è tolto infatti ad un numero importante di bambini un diritto come le 40 ore settimanali;
il corpo docente di diritto assegnato ad oggi, non soddisfa l'incremento demografico e quindi un fabbisogno già noto e palese. Si viene così a creare un rapporto sbilanciato tra popolazione scolastica e organico effettivamente attribuito;
in Emilia-Romagna le donne lavorano con percentuali alte e il tempo pieno ha rappresentato una conquista importante che ha consentito lo sviluppo, la ricchezza, la coesione sociale, alla quale si è arrivati dopo tante battaglie e che fa ormai parte integrante del modello organizzativo della società e dell'economia locale;
le famiglie sono profondamente cambiate, molte sono ormai quelle monoparentali e la stessa società, inoltre, è profondamente cambiata con una rete familiare «ridotta» o distante; rispetto a qualche anno fa le giovani coppie non possono più contare su zii, nonni e altri parenti, spesso lontani oppure impossibilitati a fornire quel supporto pomeridiano ai bambini più piccoli;
stante la crisi economica e disoccupazionale, il tempo pieno significa per quelle donne che lavorano non solo la possibilità di riuscire a conciliare i tempi di vita familiare con quelli del lavoro ma il presupposto stesso per la conservazione del posto di lavoro, bene che diventa primario e imprescindibile per le famiglie monoparentali;
pertanto il venir meno di questo servizio implica che ancora una volta ad essere penalizzate e discriminate sono le donne che si trovano a dover optare tra lavoro e cura dei figli;
la rilevanza dei numeri degli esclusi dimostra come il tempo scuola sia un'esigenza ormai irrinunciabile per il nostro Paese per un innalzamento della qualità dell'offerta formativa –:
se non reputi tale esclusione una privazione di un diritto fondamentale per i bambini per la valenza formativa ed educativa del tempo pieno, nonché un sostegno necessario per i genitori lavoratori, in particolare per le madri, che resterebbero penalizzate nella vita lavorativa, economica e sociale;
se e quali azioni intenda assumere al fine di assicurare l'offerta della scuola dell'infanzia e della scuola primaria in modo adeguato alle necessità delle famiglie. (5-00360)