• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/08407 in Italia (i dati di fonte Istat sono reperibili sul sito www.handicapincifre.it) oltre 3 milioni di persone — il 5-6 per cento della popolazione — convivono con una forma di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08407presentato daDI VITA Giuliatesto diVenerdì 13 marzo 2015, seduta n. 391

DI VITA, MANTERO, GRILLO, SILVIA GIORDANO e LOREFICE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
in Italia (i dati di fonte Istat sono reperibili sul sito www.handicapincifre.it) oltre 3 milioni di persone — il 5-6 per cento della popolazione — convivono con una forma di disabilità;
importanti Istituti di ricerca hanno affrontato in questi anni analisi di vario tipo sui siti della pubblica amministrazione italiana; tra i più importanti si ricorda «Il pentagono della qualità» realizzata dal Censis in collaborazione con atenea sulla PA centrale (aprile 2001) che ha analizzato 32 siti dei Ministeri e di altri enti pubblici di rilevanza nazionale. Questo studio ha dimostrato come l'accessibilità sia diventato un requisito importante per la pubblica amministrazione ma che occorre ancora lavorare molto per una piena e totale soluzione del problema;
una ricerca elaborata dalla Nielsen e presentata allo Smau 2002, ha provato a quantificare il numero degli anziani e dei disabili che rimangono tagliati fuori dalla mancata democratizzazione della Rete, spiegando che circa il 20 per cento dei disabili ha una buona attitudine a navigare su Internet (si tratta, spiega lo studio, di circa 530.000 persone) e ricordando che la quota di over 65 non disabili che usa il web è il 2,4 per cento del totale (un po’ meno di 130.000 persone). Il dossier presentato dalla Banca popolare di Milano arriva a stimare che un sito non adeguatamente accessibile taglia fuori un pubblico già oggi ricettivo di circa 650.000 persone;
l'analisi dei dati emersi da detti studi e ricerche ha confermato che le istituzioni dello Stato e le pubbliche amministrazioni stanno andando sul web in ordine sparso con punte di eccellenza accanto ad imbarazzanti ritardi;
accessibilità web vuol dire soprattutto la rimozione delle barriere informatiche che ostacolano gli utenti con disabilità nell'uso di tecnologie Internet;
le difficoltà che le persone con disabilità incontrano nell'usare un sistema informatico derivano da carenze nella progettazione del software e dei contenuti dei siti web, che non tengono conto dei principi della progettazione universale e dell'usabilità e della possibilità di utilizzare dispositivi specificamente realizzati per favorire l'uso dei computer da parte dei disabili;
l'importanza dell'accesso dei disabili alle tecnologie informatiche è stata sottolineata da tempo in numerosi documenti internazionali ed è argomento prioritario nei programmi della Commissione europea. Anche a livello nazionale si è posta la necessità di elaborare strategie operative per il raggiungimento di questi obiettivi, fissando regole compatibili con il rapido evolversi della tecnologia e in grado di tenere conto del panorama vasto e composito delle necessità dei disabili;
accessibilità significa anche usabilità, cioè la capacità di un sito di esporre le informazioni in modo efficace e intuitivo, facilmente raggiungibili. In questo ambito più generale l'accessibilità implica considerazioni, spesso dettate dal buon senso oltre che da valutazioni tecnologiche, che consentono di progettare e realizzare siti più facilmente utilizzabili da tutte le categorie di utenti;
la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la legge 3 marzo 2009, n. 18, afferma e sottolinea il diritto all'accesso all'informazione. Secondo l'articolo 21 le persone con disabilità hanno diritto a ricevere informazioni su base di uguaglianza. Quando ciò non accade la discriminazione è evidente;
la legge n. 4 del 9 gennaio 2004, «Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici», cosiddetta legge Stanca, ha costituito un primo, importante passo per lo sviluppo di un web che consenta a tutti di accedere alle informazioni ed ai servizi che vengono proposti; la legge, ed i successivi decreti, definiscono un insieme di regole e procedure che consentono di valutare il livello di accessibilità di un sito e conseguentemente di certificarlo, impegnando inarticolate le pubbliche amministrazioni a fornire informazioni in modo che siano accessibili e fruibili a tutti i cittadini;
il concetto di accessibilità dei siti web è strettamente legato a un principio fondamentale della nostra società, quello delle pari opportunità, e l'accesso dei cittadini disabili ai servizi della pubblica amministrazione deve quindi essere garantito a tutti. L'obiettivo della legge è l'abbattimento delle barriere digitali che limitano o impediscono l'accesso agli strumenti della società dell'informazione da parte dei disabili;
con il regolamento attuativo della predetta legge n. 4 del 2004, sono stati sanciti i criteri e i principi operativi ed organizzativi generali per l'accessibilità, mentre con il decreto ministeriale attuativo sono stati definiti i requisiti tecnici e le metodologie per la verifica dell'accessibilità dei siti web pubblici;
l'esigenza di porre in essere strumenti per combattere il cosiddetto digital divide è stata dunque avvertita dal legislatore, in particolare con il CAD (Codice dell'amministrazione digitale), il cui articolo 8 dispone che «lo Stato promuove iniziative volte a favorire l'alfabetizzazione informatica dei cittadini con particolare riguardo alle categorie a rischio di esclusione, anche al fine di favorire l'utilizzo dei servizi telematici delle pubbliche amministrazioni»;
ancora, i cittadini e le imprese hanno, fra l'altro, diritto a richiedere ed ottenere l'uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni (articolo 3, comma 1, CAD);
sul medesimo tema, la linea di intervento 4, «Promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità», del Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità ha stabilita, in sintesi, ha previsto di contemplare specificamente i seguenti aspetti: razionalizzazione, aggiornamento e adeguamento dell'impianto complessivo della normativa italiana alla dimensione culturale e operativa promossa dalla Convenzione ONU in materia di accessibilità; adozione dei regolamenti attuativi secondo quanto già elaborato a livello tecnico («Schema di Regolamento per la eliminazione delle barriere architettoniche»); maggior promozione dell'attuazione del diritto all'accesso alle tecnologie e ai media, anche attraverso un impegno specifico dell'Agenzia per l'Italia digitale;
con circolare n. 61/2013 diretta a tutte le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con oggetto «Disposizioni del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 in tema di accessibilità dei siti web e servizi informatici. Obblighi delle pubbliche Amministrazioni.», l'Agenzia per l'Italia digitale (AgID) ha altresì provveduto a informare le pubbliche amministrazioni sui nuovi adempimenti posti a loro carico dalla recente normativa. In particolare, con riferimento agli obiettivi di accessibilità, l'Agenzia per l'Italia digitale ha altresì fornito alle pubbliche amministrazioni sia un questionario, che esse potessero utilizzare per effettuare un'autovalutazione circa lo stato di adeguamento dei propri siti e servizi web alla normativa sull'accessibilità, sia un esempio di format per la pubblicazione sui siti web degli obiettivi annuali di accessibilità;
malgrado la normativa vigente sopra citata, a distanza di alcuni anni, i siti della pubblica amministrazione italiana presentano ancora un livello eterogeneo di adeguamento alla normativa sull'accessibilità degli stessi siti web che risultano, nel complesso, ancora poco accessibili. A fronte di situazioni di eccellenza, molti siti web pubblici non permettono a tutti i cittadini un pieno accesso ai servizi erogati sul web e non risultano totalmente accessibili;
emblematica, in tal senso, è la lamentela generalizzata recentemente pervenuta alla prima firmataria del predetto atto su segnalazione di un privato cittadino, il quale, sulla base della propria esperienza personale, riferisce dell'impossibilità constatata di accedere ai documenti in formato pdf dell'area riservata del sito istituzionale dell'INPS. In sostanza, non risulterebbe accessibile la lettura dei bandi delle borse di studio, dei soggiorni all'estero, dei vari concorsi, e altro, a meno che non si disponga del plugin di adobe, nonché la versione del browser e il sistema operativo indicati dall'INPS. Tale aspetto sarebbe contrario a quanto sancito dalla normativa sinora citata, nonché e alle norme W3C (obbligatorie per i siti istituzionali), norme che hanno avuto origine allo scopo precipuo di tutelare quelle le fasce più deboli della popolazione che fanno uso di particolari risorse per l'utilizzo del PC, nonché ipovedenti e «analfabeti» informatici;
un miglioramento della situazione si dovrebbe ottenere con la realizzazione del sito PubbliAccesso dell'AgID; il sito, non ancora integralmente operativo, dovrebbe infatti divenire un punto di riferimento per tutta la pubblica amministrazione favorendo la comunicazione tra tutti gli attori interessati alle tematiche dell'accessibilità;
uno dei problemi fondamentali resta tuttavia la formazione di coloro che realizzano i siti; questo richiede infatti un'investimento di risorse che va dall'aggiornamento all'acquisto di software. Questi software, hanno ovviamente un costo, di cui però la pubblica amministrazione dovrebbe tenere conto nel proprio bilancio preventivo;
l'amministrazione pubblica, in ultima analisi, deve reputare l'accessibilità web come l'adempimento di una vera e propria missione, quella di avvicinare i cittadini, tutti, senza esclusione, affinché possano partecipare alla vita democratica e per servirli al meglio nell'esercizio dei diritti –:
quali attività di verifica abbia già intrapreso, o intenda al più presto intraprendere, al fine di valutare l'adeguamento di tutti i siti istituzionali e delle pubbliche amministrazioni alle norme sull'accessibilità web e quali ulteriori provvedimenti intenda adottare per colmare le eventuali lacune riscontrate;
quali siano le cause principali che determinano oggi la mancata ottemperanza alla normativa sull'accessibilità web da parte di certe istituzioni e pubbliche amministrazioni;
se possa fornire un report dell'attività svolta recentemente a riguardo dall'Agenzia per l'Italia digitale, nonché lo stato di pubblicazione per ogni amministrazione pubblica, ad oggi, degli obiettivi di accessibilità e lo stato di attuazione del piano per l'utilizzo del telelavoro, come previsto dalla circolare citata nelle premesse;
se e quali eventuali sanzioni, risultino ad oggi esser state comminate a carico dei dirigenti amministrativi alla luce della situazione descritta in premessa;
se possa chiarire per quali ragioni il portale www.pubbliaccesso.gov.it risulti ancora in fase di aggiornamento e entro quale termine la sua funzionalità;
con quali modalità e secondo quali criteri soggettivi e oggettivi sia stato formato l'albo dei valutatori di accessibilità dell'AgID e secondo quali regole venga gestito il medesimo;
quanti accessi si stimi verrebbero effettuati in media al portale www.pubbliaccesso.gov.it;
quali opportune attività promozionali presso le amministrazioni pubbliche abbia già intrapreso, o intenda intraprendere, al fine di pubblicizzare maggiormente l'utilizzo del portale www.pubbliaccesso.gov.it presso. (4-08407)