• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00391 l'articolo 1, comma 337, della legge 23 dicembre 2005, n. 226 (legge finanziaria per il 2006), ha introdotto nel nostro ordinamento, a titolo iniziale e sperimentale, la possibilità da parte dei...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00391presentato daBOCCIA Francescotesto diMartedì 25 giugno 2013, seduta n. 40

BOCCIA, BOBBA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 337, della legge 23 dicembre 2005, n. 226 (legge finanziaria per il 2006), ha introdotto nel nostro ordinamento, a titolo iniziale e sperimentale, la possibilità da parte dei contribuenti di destinare una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche per finalità di sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità o promozione sociale, nonché al fine di promuovere il finanziamento della ricerca scientifica, dell'università e della ricerca sanitaria;
la disposizione è stata successivamente prorogata di anno in anno, ricollegando ad essa un limite massimo di spesa, da ultimo quantificato per l'anno 2013 in 400 milioni di euro;
circa 16 milioni di cittadini italiani, in sede di presentazione delle dichiarazioni contributive, sceglie di destinare una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche alle finalità sopra richiamate, in tal modo attestando l'importanza del ruolo e delle azioni svolte dalle organizzazioni operanti nel «terzo settore»;
l'istituto del 5 per mille rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela della salute, dei diritti civili e degli interessi sociali di milioni di beneficiari del «terzo settore», tanto più in un periodo, come quello attuale, in cui la crisi economica rende più difficile il reperimento da altre fonti delle risorse necessarie;
l'istituto del 5 per mille riveste ancora natura precaria, come dimostrato dal fatto che annualmente occorre procedere all'adozione di misure normative volte a prorogarne l'efficacia, non consentendo alle organizzazioni no profit di programmare in maniera adeguata le proprie attività;
il tetto di spesa di 400 milioni di euro annui risulta inferiore alle risorse che dovrebbero essere destinate in favore delle organizzazioni sopra indicate, sulla base delle scelte effettivamente compiute dai contribuenti italiani;
numerose organizzazioni no profit italiane rappresentative del «terzo settore» – tra cui, a puro titolo esemplificativo, l'AIRC (Associazione italiana ricerca sul cancro), Amnesty International, Emergency, il FAI (Fondo ambientale italiano), Greenpeace Italia e il WWF Italia onlus – hanno rappresentato l'esigenza che il Governo introduca, tra i suoi primi provvedimenti, una norma volta ad assicurare la stabilizzazione dello strumento del 5 per mille, con parallela eliminazione del tetto attualmente previsto –:
se il Governo, allo scopo di promuovere opportunità di crescita del «terzo settore», intenda adottare iniziative normative volte a rendere permanente l'istituto del 5 per mille, anche attraverso la definizione di tempi certi per l'erogazione degli importi spettanti a ciascun ente, e a sopprimere o, quantomeno, ad elevare in misura congrua il tetto di spesa da destinare alle organizzazioni beneficiarie.
(5-00391)